La pandemia ha inciso sensibilmente nel 2020 sulle prestazioni sociali: l'incremento complessivo è stato di 20,4 miliardi di franchi e solo per mitigare le ripercussioni sul lavoro sono stati spesi 14,1 miliardi supplementari rispetto al 2019. La somma totale ammonta a 206 miliardi, con un balzo dell'11,1% che è stato il più marcato nel Paese dal 1990 a questa parte.
A titolo di paragone, la recessione innescata dalla crisi dei subprime nel 2009 aveva portato a un aumento del 7,1% e tra il 2000 e il 2019 la crescita media era stata del 2,9% all'anno.
Cantoni chiedono la fine delle restrizioni
Telegiornale 09.02.2022, 21:00
L'ambito della vecchiaia nonché quello della malattia e delle cure hanno contribuito all'incremento rispettivamente nella misura di 2,7 e 2,5 miliardi. Paradossalmente la pandemia ha pesato meno di quanto si possa pensare sulla spesa sanitaria: il +4,3% registrato è per esempio inferiore al dato dell'anno precedente, complici il calo degli infortuni e il rinvio di molte operazioni e nonostante l'effetto delle assenze dal posto di lavoro e i costi dei test.
Un fenomeno europeo
Quanto accaduto nell'anno in rassegna in Svizzera a livello di spese sociali non è un fenomeno unico, bensì riguarda tutta l'Europa, anche se con percentuali che variano anche di molto da un paese all'altro. In Austria l'incremento è risultato del 9,1%, in Italia dell'8,9%, in Germania del 5,7% e in Francia del 4,2%. Gli estremi in Europa sono Malta da una parte (+26,7%) e la Danimarca dall'altra (+2,8%).