Nelle Alpi si assiste a una situazione paradossale: il prossimo inverno alcune dighe potrebbero ritrovarsi semivuote per via dell'attuale siccità accompagnata dal gran caldo. Altre invece potrebbero rivelarsi troppo piene. Uno squilibrio che rende fragile la produzione idroelettrica, in una fase delicata dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico.
Da una settimana la diga di Gebidem in alto Vallese, deborda. Ogni secondo 75'000 litri d'acqua cadono nel vuoto. La causa è lo scioglimento del ghiacciaio dell'Aletsch. Le capacità di stoccaggio e di turbinaggio sono alla saturazione. "Possiamo anche dire che è un bello spettacolo, ma è un vero peccato non poter immettere nelle turbine tutta quest'acqua", spiega David Jossen, responsabile della centrale. Troppa acqua. Una situazione eccezionale, ma non certo la regola. "Quello che vediamo è frutto dello scioglimento di un ghiacciaio. Altre dighe dipendono invece dalle precipitazione. Lì il livello dell'acqua è decisamente più basso", dice Arnaud Schaller, membro di direzione Hydro Exploitation.
Come nella diga di Salanfe, le cui rive sono disperatamente all'asciutto. Qui rispetto al solito mancano oltre 8 milioni di metri cubi d'acqua. Una situazione mai vista in 27 anni, afferma il gerente dell'albergo che costeggia il lago. "Ora il livello dell'acqua è 15 metri più in basso", dice Nicolas Marclay.
Malgrado le grandi differenze, il tasso medio di riempimento dei bacini idroelettrici svizzeri è del 66%. Un livello normale, per la stagione. Ma se la siccità persiste le cose non miglioreranno. I produttori di elettricità sono preoccupati. In vista dell'inverno la Confederazione ha chiesto loro di costituire riserve di energia al fine di limitare i rischi di penuria. "Attualmente il livello delle riserve non è pensato per sostituire tutte le importazioni. L'anno scorso abbiamo acquistato all'estero 5 miliardi di kilowattora. La scorta dovrebbe essere di 500 milioni. E' solo un decimo, ma potrebbe rivelarsi molto preziosa", spiega Michael Widmer, membro di direzione del gruppo Alpiq.
Il cosidetto oro blu è atteso con impazienza, perché solo un autunno piovoso permetterà di riempire dighe e bacini.