Se non puoi vietarlo, fagli rispettare le regole del gioco. È la via scelta dal canton Zurigo per risolvere la questione Uber, la piattaforma taxi digitale al centro di numerose vertenze per status e condizioni di lavoro dei conducenti. Lunedì mattina il Graconsiglio zurighese ha approvato in prima lettura una legge che, di fatto, impone a Uber di rispettare le stesse regole dei normali tassisti.
Le poche cifre note sulla realtà Uber a Zurigo parlano di circa un migliaio di conducenti e centomila clienti. Il servizio è sempre più sotto accusa da parte dei tassisti, scesi in piazza negli scorsi anni in diverse città per manifestare contro quella che ritengono una concorrenza sleale ma anche da parte dei sindacati, preoccupati per il mancato rispetto di diverse norme.
La società aveva già reagito, l'anno scorso, rinunciando in tutta la Svizzera alla sua offerta più controversa (Uberpop), che permetteva a chiunque di improvvisarsi autista. Ora il Parlamento cantonale zurighese, seguendo l'esempio di Ginevra, si spinge oltre: servizi come Uber saranno sottoposti alla legislazione sui taxi. I conducenti dovranno ottenere una licenza e dovranno contrassegnare il proprio veicolo con una targhetta.
A sostenere il giro di vite c'è un'alleanza tra UDC e partito socialista mentre invano dai banchi liberali si è parlato di un mostro burocratico, destinato a frenare le innovazioni in questo ambito. Il Governo potrà inoltre fissare tetti massimi alle tariffe, mentre la sinistra non è riuscita a fare inserire soglie minime. La legge, contro cui è già stato preannunciato un referendum, entrerebbe in vigore per una durata limitata a 15 anni, il che è una novità nel canton Zurigo. Dopodiché il Parlamento sarebbe chiamato a valutarne l'attualità.
RG/RedMM