L'UDC coglie la palla al balzo e - sfruttando il pessimismo degli altri partiti sull'accordo quadro - chiede una rottura delle trattative con l'Unione Europea. Il Consiglio federale scriva a Bruxelles che in Svizzera non c'è una maggioranza, è la rivendicazione dei democentristi, da sempre contrari all'intesa, che ora vacilla però soprattutto per l'opposizione dei sindacati, chiamatisi fuori da un incontro con Johann Schneider-Ammann perché non disposti a passi indietro sulle misure di protezione dei lavoratori nella Confederazione.
"È una situazione che mi fa sorridere", afferma Marco Chiesa, che ammette comunque che i motivi di ognuno sono ben diversi. Il contenuto dell'accordo è d'altra parte ancora ignoto. L'UDC ne fa una questione di sovranità nazionale, la sinistra di mercato del lavoro, mentre chi vorrebbe scendere a patti con Bruxelles deve comunque fare considerazioni tattiche, visto che allo stato attuale delle cose ben difficilmente si supererebbero gli scogli parlamentare e popolare. Meglio dunque attendere che l'UE abbia superato la Brexit e che siano passate le elezioni federali dell'anno prossimo.
RG/pon