Sospetti di frode, mancanza di trasparenza e una cultura di gestione degli errori non sufficientemente sviluppata. Sono le severe conclusioni su Ruag a cui è giunto il Controllo federale delle finanze (CDF), dopo aver nuovamente preso in esame la gestione e la direzione aziendale. Tre sono le perizie effettuate, i cui esiti sono stati pubblicati oggi, lunedì.
Instabilità ai vertici
Dopo la scissione di Ruag, cinque anni fa, l’impresa attiva negli armamenti ha avuto 5 direttori generali e 3 delle finanze: avvicendamenti ai vertici, ritiene il CDF, che hanno ostacolato l’istituzione di processi di gestione e di una direzione stabile.
La carenza di continuità non ha consentito d’instaurare un rapporto di fiducia col consiglio di amministrazione. L’azienda non è riuscita ad assicurare una comunicazione trasparente e una sana gestione degli errori. La mancanza di trasparenza e di cultura dell’errore ha quindi impedito, malgrado le segnalazioni, l’individuazione dei problemi. E le norme di conformità non sono state osservate.
Il CDF critica anche il Dipartimento federale della difesa (DDPS), nella sua posizione di proprietario, raccomandando ad esso di tornare ad essere più proattivo, valutando la capacità di funzionamento del consiglio di amministrazione e riprendendo la redazione dei verbali delle riunioni tra Confederazione, Ruag e Armasuisse.
Una frode con un ex quadro coinvolto
Su richiesta della Delegazione delle Finanze del Parlamento, è stato nuovamente preso in esame il dossier relativo ai carri armati Leopard 1 e 2. Sono state rilevate irregolarità durante il loro acquisto da parte di Ruag MRO Holding. Ruag MRO ha commissionato una perizia esterna, che è ancora in corso.
Il rapporto del CDF evidenzia ci sono motivi sufficienti per sospettare gravi casi di frode, sanzionabili penalmente. La vicenda concerne almeno un ex quadro, con incarichi sia in Svizzera che in Germania, che insieme alla moglie e a un intermediario tedesco avrebbe sottratto materiale militare. Il CDF ha scoperto che i pezzi di ricambio di seconda mano per i carri armati Leopard 1 e 2 erano stati registrati sommariamente nel sistema di gestione dell’inventario di Ruag.
Una parte dello stock era stata ceduta a Ruag GmbH (Germania) per circa 3 milioni di franchi. È stato però dimostrato che il valore effettivo era di 48 milioni di franchi. Un’altra porzione era conservata in Svizzera: il suo valore era stato stimato dal quadro in 1,5 milioni di franchi, quando in realtà era solo di circa 400’000.
Ma sono state portate alla luce anche altre irregolarità: fatture venivano falsificate e venivano utilizzate denominazioni diverse per lo stesso materiale. A ciò vanno aggiunti multe e arretrati di IVA su attività commerciali in Italia. La perdita finanziaria si attesta quindi a diverse decine di milioni di franchi.
Fatti da denunciare
L’indagine esterna ha inoltre constatato numerose violazioni delle direttive e delle procedure. In varie transazioni, i pezzi di ricambio e i veicoli non erano stati registrati nella contabilità dell’inventario, o lo erano stati in modo errato. Per diverse transazioni mancava l’approvazione degli organi direttivi.
Il Controllo delle finanze raccomanda a Ruag MRO di segnalare immediatamente i fatti sospetti alle autorità di perseguimento penale e la invita a intraprendere un’azione civile per garantire che le richieste di rimborso e di risarcimento siano presentate in tempo utile. Intanto, per corruzione, è in corso in Germania un procedimento penale per contro il quadro coinvolto.
Il commento dell’azienda
In una nota, Ruag MRO afferma che “queste derive e questi comportamenti inappropriati sono inaccettabili”. La nuova dirigenza è consapevole delle proprie responsabilità e porrà rimedio alle mancanze del passato, adottando misure concrete.
Sono stati intrapresi procedimenti legali, nonché cambiamenti nel personale. Ruag MRO ha inoltre reso noto che farà tutto il possibile per migliorare la situazione e l’osservanza delle regole di condotta. La riorganizzazione è prevista per il secondo trimestre dell’anno.
Notiziario delle 23.00 del 24.02.2025 - La corrispondenza di Gian Paolo Driussi
RSI Info 24.02.2025, 22:40
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