Tre partiti che vedono aumentare le preferenze, altrettanti che appaiono in perdita di velocità. Sono queste le tendenze di voto registrate dal Barometro elettorale SSR, elaborato dall'istituto di ricerca Sotomo, ad un anno dalle prossime Elezioni federali.
Se il precedente Barometro (elaborato a metà legislatura) indicava ancora un quadro di relativa stabilità, l’ultimo sondaggio mostra variazioni certamente più significative sul piano delle preferenze elettorali. Lo schieramento ecologista, penalizzato dalle urne tre anni orsono, appare ora in recupero di consensi: Verdi e Verdi liberali ottengono infatti incrementi nella misura di 1,6 e rispettivamente 1,1 punti percentuali. Sempre assumendo come base i risultati del 2015 per l’elezione del Nazionale, le intenzioni di voto premiano anche i liberali-radicali (+1,3 punti percentuali) e in misura minore i socialisti (+0,5).
Stando agli esiti del sondaggio è invece l’UDC a subire la più consistente erosione di consensi: i democentristi otterrebbero ugualmente il terzo miglior risultato della loro storia, ma in presenza di una perdita di preferenze quantificata in due punti percentuali. Per parte sua il PPD riesce ancora, nonostante una perdita di 1,5 punti percentuali, a ottenere un risultato complessivo a due cifre. Calano infine le intenzioni di voto, e nella misura di quasi un punto percentuale, anche per il PBD: una flessione che appare seria, se si considerano le dimensioni ridotte di questa formazione politica.
Il sondaggio, attivato sulle nostre pagine e sugli altri portali della SSR fra la seconda e la terza settimana di settembre, è stato elaborato sulla base delle risposte fornite da oltre 12’000 persone. Ma quali sono state le principali motivazioni dietro le loro intenzioni di voto?
È l’orientamento politico dei vari partiti - citato nell’insieme dal 58% degli interpellati - a prevalere in questo senso su altri fattori. Questa motivazione, che appare molto diffusa fra i simpatizzanti dell’UDC e dell’area di sinistra, assume invece un’importanza minore per quelli del PPD e del PBD.
Quando al modo in cui gli interpellati caratterizzano le loro preferenze, sono due i fattori predominanti: il voto attribuito ad un partito per totale convinzione e quello dato, invece, in assenza di alternative migliori.
Quest’ultima opzione risulta particolarmente citata da coloro che si sono espressi per i Verdi liberali e per il PBD.
Dal Barometro elettorale emerge quindi un clima di globale insoddisfazione per l’orientamento politico mostrato, finora, dal Consiglio nazionale: quasi la metà dei partecipanti al sondaggio imputa infatti all’assemblea un eccessivo sbilanciamento a destra; per quasi un terzo, invece, sarebbe troppo orientata a sinistra.
A livello dei singoli partiti, soltanto fra i sostenitori del PLR si riscontra una maggioranza che attribuisce alla Camera del popolo un orientamento soddisfacente. Ciò è da ricondurre al fatto che il partito, nella legislatura in corso, si è profilato più spesso come aggregatore di maggioranze all’interno dell’assemblea: un ruolo, che in precedenza veniva esercitato principalmente dal PPD.
Infine, sul piano delle sfide politiche giudicate più rilevanti, il sondaggio evidenzia un netto cambiamento delle percezioni rispetto a 3 anni fa. Nella prospettiva delle Federali del 2015, fra le emergenze migratorie in vari paesi dell’UE e le difficoltà di applicazione per l'iniziativa del 9 febbraio, il dibattito politico si era focalizzato, come si ricorderà, soprattutto sui dossier dell’immigrazione e dei rifugiati.
Casse malati e futuro della previdenza, in cima alle preoccupazioni
Oggi invece questi temi passano in subordine nelle valutazioni dei partecipanti al sondaggio. In testa alle preoccupazioni figurano infatti la questione dei premi delle casse malati e i problemi per la riforma previdenziale. Da rilevare che il dossier delle relazioni con l'UE, nonostante la sua costante attualità, figura soltanto al quinto posto nella graduatoria evidenziata dal sondaggio.
Alex Ricordi/Jona Mantovan