La parola siccità non si pronuncia ancora a fine marzo, ma sono già state messe in campo le contromisure per evitare che l'acqua scarseggi: da Centovalli a Gordola passando per Serravalle e Coldrerio, e ultimo in ordine di tempo Mendrisio, sono nove i comuni ticinesi che con quasi due mesi di anticipo hanno invitato la popolazione a fare attenzione ai consumi. Le preoccupazioni sono forti soprattutto nel Mendrisiotto, da dove è arrivata la richiesta - in una lettera indirizzata al Governo - di un coordinamento cantonale per aiutare contadini e viticoltori in caso di siccità. Servono vasche, pompe e persone che gestiscano queste infrastrutture. Non può ogni comune ad assumersi i costi, "ipotizziamo possa essere una competenza della protezione civile o di un'azione coordinata tra Comuni con la supervisione del Cantone", spiega Marco Romano, che presiede il consorzio dell'acquedotto.
Nel frattempo, si fa opera di prevenzione. L'acqua nella regione "è troppo poca e partendo da questo presupposto abbiamo scritto ai Municipi invitandoli a coordinarsi nella comunicazione ai cittadini e nelle misure di risparmio perché reputiamo poco coerente e costruttivo che a distanza di poche centinaia di metri valgano regole diverse", afferma ancora Romano.
"Cerchiamo sempre di mantenere il rapporto fra approvvigionamento e consumo", spiega dal canto suo il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini. Il Borgo è memore del 2022, quando si era ritrovato rifornire la frazione di Arzo con le autobotti. "La sensibilizzazione vuole far sì che la gente cominci a riflettere e a consumare il meno possibile, per prepararci nel caos in cui l'acqua dovesse mancare nei prossimi mesi". Occhio quindi ai rubinetti che gocciolano, ai programmi delle lavastoviglie e alle piscine: prima di riempirle, bisogna avvisare.