Ticino e Grigioni

Acquedotti in rete per una sicura potabilità

Il maltempo mette in evidenza l’instabilità dell’approvvigionamento idrico in Ticino - Le strategie del Cantone

  • 11 novembre 2023, 06:52
  • 11 novembre 2023, 06:52

Acqua potabile in Ticino: i casi a rischio

SEIDISERA 10.11.2023, 18:45

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Di: SEIDISERA/RSI Info

L’acqua potabile sembra essere scontata. Ma anche in Ticino capita, in casi ed eventi piuttosto estremi, che per un periodo limitato quella proveniente dal rubinetto non si possa bere. Si pensi al maltempo delle scorse settimane che aveva messo in evidenza una certa instabilità della rete idrica in alcune parti del cantone.

Un’instabilità a cui si fa fronte con delle strategie cantonali. In primis la disincentivazione dell’utilizzo delle captazioni a riale, “perché si tratta di prelievi di acqua che sono spesso soggetti a inquinamenti, quindi non sono facili da proteggere” dice alla RSI Mauro Veronesi, capo dell’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico. E anche sul fronte delle sorgenti non mancano, a volte, situazioni non conformi. “È meno frequente - continua - spingiamo comunque i comuni a diversificare l’approvvigionamento, in modo che in caso di non potabilità possano fare capo ad altre fonti”.

Quali sono dunque le alternative alla captazione a riale e alle sorgenti superficiali? Sono due le possibilità di intervento, come spiega Raffaele Domeniconi, coordinatore dell’Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque: “La messa in rete di acquedotti che hanno fonti sicure, per esempio captazioni sotterranee. Oppure il trattamento delle acque con sistemi che ne garantiscano la qualità ineccepibile”.

Più stabilità coi progetti regionali

Ed è proprio la messa in rete degli acquedotti a livello regionale la soluzione su cui punta il Cantone, sussidiando tra l’altro le opere condivise. “Ci sono alcuni comuni che guardano avanti, altri che invece agiscono soltanto quando si rendono conto che c’è un problema” osserva Veronesi. E aggiunge: “L’importante è comunque fare qualcosa, indipendentemente dall’anticipare o meno il problema”.

Domeniconi, da parte sua, sottolinea che il Ticino “è sicuramente avanti nella gestione regionale degli acquedotti, in quanto ha una legge e una pianificazione cantonale”. Con i cambiamenti climatici e alcune scoperte di inquinamenti di certi tipi di acque, “bisogna stare attenti a individuare delle fonti sempre sicure”.

Una questione di costi

Il progetto regionale più importante è quello dell’acquedotto del Mendrisiotto, con la costruzione della nuova stazione a lago. L’acqua sarà resa potabile, poi distribuita in tutta la regione. Si tratta di una soluzione efficace, ma costosa. “È vero che in passato si captava l’acqua nelle sorgenti di montagna e la si portava al rubinetto praticamente a costi zero” afferma ancora Domeniconi. “Oggi per renderla sicura bisogna trattarla e bisogna costruire acquedotti più complessi: questo ha un costo”.

Non manca una certa preoccupazione per l’atteggiamento di una fetta della popolazione “che ha delle aspettative elevatissime per quel che riguarda la qualità, ma non è poi disposta ad accettare degli aumenti di prezzo”. Una questione, questa, su cui si sta lavorando, con la sensibilizzazione delle aziende dell’acqua e dei politici. L’obiettivo è di far comprendere “che se non siamo disposti a pagare qualcosa di più, sarà difficile mantenere il livello di altissima qualità che abbiamo oggi” osserva Domeniconi.

Acqua potabile a Moleno e Preonzo: verso una soluzione

In Ticino uno dei punti critici è quello di Moleno e Preonzo, dove sono frequenti gli avvisi di non potabilità in caso di maltempo. L’ultimo risale alla fine dello scorso mese di ottobre. La soluzione al problema sembra passare dall’allacciamento all’acquedotto integrato, misura urgente che il comune intende realizzare entro il 2025. Il relativo messaggio municipale con la richiesta del credito per i lavori è atteso nelle prossime settimane. Si tratta di un progetto che prevede un investimento che si aggira attorno ai cinque milioni di franchi. “Il problema è noto, è un po’ che si trascina e ora vorremmo trovare una soluzione definitiva” dice Mauro Minotti, capodicastero Sicurezza e servizi industriali a Bellinzona.

Attualmente Preonzo e Moleno dipendono interamente dall’acqua del riale della Valle di Preonzo, che deve essere potabilizzata e per questo le Aziende multiservizi di Bellinzona (AMB) hanno investito negli anni 400’000 franchi. In condizioni normali l’impianto garantisce la potabilità dell’acqua, ma ci sono dei limiti, come spiega Mauro Suà, direttore AMB: “Quando si presentano forti precipitazioni che durano più giorni e rendono l’acqua molto torbida, l’impianto non riesce a farla rientrare nei valori di legge previsti per poterla considerare potabile”.

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