Dopo l'incontro lampo con i sindacati, durato una ventina di minuti, i collaboratori sono usciti e sono tornati alle scrivanie. Bocche cucite, ma tanto fermento. Domani il giornale uscirà. "Sì, stiamo affinando un'edizione preparata in precedenza", ha dichiarato venerdì Alessandra Zumthor, direttrice del Giornale del Popolo — testata di oltre 90 anni che giovedì ha depositato i bilanci (vedi articoli correlati) — ai microfoni della RSI (ascolta l'audio in allegato).
"Ci sembrava un peccato sprecare il lavoro di una settimana, a livello tecnico occorre ancora capire un paio di aspetti". Sul fatto che ci siano anche aspetti finanziari, dato che le rotative vanno pagate, Zumthor rassicura: "Sappiamo quanto costa ogni edizione, l'operazione sta in piedi".
L'appello sulla pluralità delle voci che informano il paese continua. "Le prime adesioni sono incoraggianti, molte firme del mondo politico ci stanno sostenendo, invitiamo tutti a farlo. Ora pubblicheremo questo appello e l'elenco di coloro che vi hanno aderito", ha concluso.
Intanto il vescovo di Lugano non ha voluto rilasciare dichiarazioni limitandosi ad un comunicato diffuso nel pomeriggio dove si sottolinea che "dopo la decisione del pretore sarà fatto tutto il possibile per creare un fondo di solidarietà e di aiuto per i dipendenti".
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