Continuano i colpi di scena legati al fallimento dell'Adria Costruzioni, che avrebbe generato un buco di circa 30 milioni di franchi.
L'incarto deve infatti tornare al Tribunale penale, affinché aggiorni il processo contro i cinque imputati: i due titolari dell'impresa (Adriano e Filippo Cambria), l'ex-direttore della Wir di Lugano (Yves Wellauer) e due operatori immobiliari. Lo ha stabilito ieri, lunedì, la Corte dei reclami penali (Crp), accogliendo la richiesta del procuratore generale John Noseda.
Noseda si era rivolto alla Crp per contestare i passi intrapresi dal giudice Marco Villa, che in dicembre gli aveva rispedito il dossier, ritenuto incompleto. Secondo la Crp la questione non compete però al solo presidente, ma all’intera Corte delle Assise Criminali che sarà chiamata a giudicare il quintetto. La decisione di Villa è quindi stata annullata.
Francesco Lepori