Ticino e Grigioni

Alluvione in Mesolcina: “Episodio di grandissima entità”

Conclusa la prima analisi su quanto verificatosi nei torrenti: “Evento che si verifica ogni 100-300 anni” – Prime carte dei pericoli rielaborate attese nei primi tre mesi del 2025

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In Mesolcina proseguono i lavori di ripristino

In Mesolcina proseguono i lavori di ripristino

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Di: dielle 

Un episodio di “grande, grandissima entità che può verificarsi ogni 100-300 anni”. È questa la prima considerazione che emerge dall’analisi del nubifragio e della conseguente alluvione che si sono verificati in Mesolcina lo scorso 21 giugno. L’analisi dell’episodio che ha coinvolto diversi torrenti e la Moesa è stata presentata ai media oggi (lunedì) dall’Ufficio foreste e pericoli naturali del Canton Grigioni (UFP), prima di fare il punto con la popolazione locale a partire dalle 17.30. Ai momenti informativi ha preso parte anche la consigliera di Stato Carmelia Maissen.

I forti temporali, oltre a causare danni ingenti a causa delle colate detritiche e di fango, hanno lasciato dietro di sé due vittime, mentre una persona risulta ancora dispersa. Cinque edifici abitativi sono stati completamente distrutti dal maltempo e molti altri hanno riportato danni. Come si ricorderà, anche l’autostrada A13 e a tratti anche la cantonale sono rimaste completamente o parzialmente chiuse per diversi giorni.

L’analisi dei torrenti selezionati

Su incarico dell’UFP, lo studio di geoscienze geo7 di Berna ha svolto un’analisi dettagliata degli episodi che hanno colpito la Mesolcina, selezionando 18 tra oltre 50 torrenti in relazione ai quali sono stati documentati episodi e danni. Secondo l’analisi di MeteoSvizzera, il 21 giugno 2024 si sono verificate due fasi di forti precipitazioni della durata di 30 minuti. L’intensità di una singola fase del genere corrisponde a un episodio che statisticamente a livello meteorologico si verifica circa ogni 30 anni. La primavera ricca di precipitazioni potrebbe aver inoltre accentuato l’episodio.

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La consigliera di Stato Carmelia Maissen (a sinistra) e il forestale cantonale Urban Maissen in un incontro con i media

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Il gruppo di esperti è rimasto colpito in particolare dall’elevata densità di eventi a livello locale: nella regione tra Cama e Cabbiolo (Comune di Lostallo) in quasi tutti i torrenti si sono verificate colate detritiche, anche più a nord fino a Mesocco. In due terzi dei 18 torrenti analizzati, l’episodio di maltempo di giugno 2024 è stato classificato appunto come “di grande – di grandissima entità”. In termini di carte dei pericoli, come scritto, si tratta di un episodio che presenta un periodo di ricorrenza teorico di 100-300 anni. Nel terzo dei torrenti rimanente, sulla base di questa prima classificazione si è giunti alla conclusione che si è trattato di un episodio “di piccola – media entità”, con un periodo di ritorno teorico di 30-100 anni. Inoltre in tutti i torrenti analizzati sono stati trovati indizi che indicano che in passato sono avvenuti simili episodi o che sarebbero possibili anche episodi di portata maggiore.

Sulla base dell’analisi il gruppo di esperti dello studio geo7 ha raccomandato all’Ufficio foreste e pericoli naturali di verificare e, dove necessario, di rielaborare le carte dei pericoli dei torrenti analizzati.

Lavori già in corso, quantità di materiale solido di fondo sottostimate

“Daremo seguito alle raccomandazioni dello studio geo7 e ringraziamo per l’analisi dettagliata che ci sostiene nel nostro lavoro. Molti lavori sono già stati eseguiti o sono in corso”, ha dichiarato davanti ai media il forestale cantonale Urban Maissen, capo dell’Ufficio foreste e pericoli naturali. Dalla verifica – già in corso - delle carte dei pericoli in relazione ai processi dell’acqua è emerso che il potenziale di materiale solido di fondo su cui sono basate le attuali carte dei pericoli è stato sottostimato rispetto a quanto avvenuto realmente il 21 giugno. “La mobilitazione dei detriti è stata causata dalle forti precipitazioni nonché dal periodo bagnato che ha preceduto il nubifragio. Di conseguenza enormi quantità di materiale solido di fondo hanno raggiunto il fondovalle” si legge in una nota diffusa dalle autorità.

Mesolcina

Eva Frick dello studio di geoscienze geo7 (a sinistra) e il forestale cantonale Urban Maissen

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Prime carte dei pericoli rielaborate pronte nel primo trimestre 2025

Per quanto riguarda la rielaborazione delle carte dei pericoli esistenti, considerata una priorità, si tiene conto in particolare del potenziale rischio di danno. “Per zone con massima priorità, tra cui il Rià de Polon, il Rià de la Val del Bianch, il Rià de la Molera e il Rià Bosch Grass sono già in corso le prime revisioni e ne saranno commissionate altre. In tale contesto si terrà conto delle opere di protezione esistenti e ripristinate nonché degli effetti dei cambiamenti climatici”. I primi risultati per queste zone sono attesi per il primo trimestre del 2025.

“Non esiste però una ’ricetta’, tutti noi dovremo imparare su base continua delle esperienze raccolte. A questo proposito siamo in stretto contatto con la Confederazione, con altri Cantoni e con partner del settore della ricerca e dell’economia privata” ha aggiunto Maissen.

Queste nuove carte dei pericoli serviranno da base per la rielaborazione delle zone di pericolo nei comuni interessati e per la valutazione e il dimensionamento di eventuali misure di protezione contro le piene.

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Nel Moesano avanza la ricostruzione

Il Quotidiano 15.11.2024, 19:00

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