Il territorio della Mesolcina è ancora in trasformazione dopo la violenta alluvione che si è abbattuta sulla regione la scorsa estate.
Da allora l’Ufficio foreste e pericoli naturali del Canton Grigioni sta gestendo 40 cantieri nel quadro di un grande progetto di ripristino, “Misure immediate”, per garantire la sicurezza dei torrenti. Il Quotidiano ha acceso le sue telecamere nel Moesano per vedere a che punto stanno le opere di risanamento. “Una ventina di cantieri sono quasi terminati”, spiega Davide Lurati, ingegnere forestale dell’Ufficio cantonale grigionese, che stima, entro la fine dell’anno, la conclusione di altri dieci. “I più grandi li finiremo nel 2025”. “La parola d’ordine è ripristinare la sicurezza almeno ai livelli precedenti dell’alluvione”, sottolinea l’ingegnere. “In alcuni casi, grazie agli interventi attuali, riusciremo anche ad aumentarla”. Questo è il caso, ad esempio, del riale di Polon, dove la nuova vasca di contenimento ha una capienza doppia rispetto a quella precedente.
Gli interventi di risanamento prevedono anche la rimozione delle centinaia di metri cubi di detriti riversatisi nel letto dei torrenti. Un materiale che non viene semplicemente immagazzinato nelle deponie in attesa di essere smaltito, ma organizzato e disposto per arginare futuri allagamenti. “Si chiama deponia ma in realtà diventano dei muri di contenimento”, spiega alla RSI Philippe Sundermann, responsabile della comunicazione del Gruppo di coordinamento Regione Moesa.
I costi dei cantieri, stima Lurati, superano i 10 milioni di franchi: “Stiamo allestendo il progetto definitivo e presumo che raggiungeremo i 12, 13 milioni di franchi”. Il 20% di questi 13 milioni ricadrà sulle spalle dei Comuni.