Ci sono importanti novità nell’inchiesta sul 42enne che l’11 maggio scorso irruppe alle scuole di Aurigeno, uccidendo il custode a colpi di pistola. È stata infatti consegnata la perizia psichiatrica disposta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri.
L’imputato – si legge nel rapporto, allestito dal dottor Alberto Bonzano – è affetto da un disturbo. Malattia che però non compromise la sua capacità di comprendere il carattere illecito dei propri atti, né di agire secondo questa valutazione.
L’esperto la descrive come una persona molto organizzata. Pianificò con precisione il delitto, comportandosi con estrema lucidità. Anche nel momento in cui sparò al compagno della ex moglie. L’uomo, difeso da Fabio Bacchetta-Cattori, non può dunque beneficiare di alcuna scemata imputabilità.
Bonzano si è espresso pure sul rischio di recidiva, che definisce elevato. Quanto alla presa a carico, suggerisce infine un trattamento stazionario, da eseguire in una struttura chiusa. Sia la difesa, sia i famigliari della vittima (rappresentati da Giorgia Maffei) avranno ora la possibilità di chiedere delle delucidazioni peritali.
Il 42enne si trova tuttora al penitenziario cantonale, dove in ottobre – altra novità – ha cominciato a espiare anticipatamente la pena. Assassinio il reato principale ipotizzato nei suoi confronti.
Il "lucido" piano del delitto di Aurigeno
Il Quotidiano 13.12.2023, 19:00