Il giudice dei provvedimenti coercitivi ha ordinato, per due mesi, la carcerazione preventiva della donna arrestata martedì nell’ambito dell’inchiesta sul delitto di Aurigeno.
Complicità in assassinio l’accusa ipotizzata. La 33enne, che lavorava nel negozio di telefonia di proprietà dell’omicida, avrebbe cioè funto da tramite tra lui e l’impresario che gli fornì la pistola poi utilizzata, l’11 maggio scorso, per uccidere il custode delle Scuole ai Ronchini.
Gli inquirenti, coordinati dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, cercheranno ora di chiarire meglio il ruolo avuto dall’imputata. La sua versione diverge infatti da quella fornita dall’imprenditore bellinzonese.