Chi ha fornito la Glock con cui l’11 maggio, ad Aurigeno, il 42enne ha ucciso il custode delle Scuole ai Ronchini? Si sapeva che l’arma (recuperata dopo il delitto) proveniva da un furto compiuto nel Locarnese, all’interno di un’abitazione privata. Mercoledì sono emersi altri dettagli.
Due arresti per la pistola
L’autore del colpo è stato arrestato alla fine di maggio. Soggiornava a Bellinzona, nell’appartamento di un personaggio ben noto alle cronache. Si tratta infatti del titolare della ditta che nel 2017 venne travolta dallo scandalo dei permessi falsi. Il ladro sostiene di avere consegnato l’arma proprio all’impresario (come lui, d’origine balcanica), che a sua volta l’avrebbe venduta all’omicida.
Lui respinge gli addebiti
L’imprenditore è finito in manette, nei giorni scorsi, per una serie di furti. Gli inquirenti gli hanno contestato anche la vicenda della pistola, a cui però si è detto estraneo. Ha dichiarato di non sapere nulla: tanto della Glock, quanto di chi poi l’ha utilizzata. Si vedrà. Per il momento l’impresario è accusato, al pari del 42enne, del reato di assassinio. Resta da stabilire se in qualità di complice, o addirittura di correo.
In cella per almeno due mesi
L’uomo, difeso da Gianluigi Della Santa, è stato arrestato un paio di settimane fa. In carcere dovrà rimanere almeno fino alla fine di settembre. Così ha stabilito il giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi, ravvisando nei suoi confronti sia il pericolo di fuga, sia quello di inquinamento delle prove.
L’omicida non parla
Dopo il caso dei permessi era già stato riarrestato nel 2019. Sempre per avere dato alloggio a un ladro, che a due riprese aveva tentato di svaligiare il bancomat del Centro commerciale di Sant’Antonino. Adesso il suo presunto coinvolgimento nel delitto di Aurigeno. Presunto, anche perché l’omicida, interrogato in proposito, ha preferito non parlare.
Esplosi tre colpi
Tre – hanno accertato le indagini – i colpi che ha esploso contro il 41enne, compagno della sua ex moglie. Due lo hanno colpito all’altezza dei polmoni; il terzo è andato a vuoto. L’uomo, difeso da Fabio Bacchetta-Cattori, si trova tuttora alla Farera. L’inchiesta è condotta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri. I famigliari della vittima sono rappresentati da Giorgia Maffei.