Ora è ufficiale, la Darwin Airlines non volerà più. L'annuncio è stato dato martedì nel corso di un'assemblea del personale. Il Commissario Guido Turati ha annunciato la revoca della moratoria e il decreto di fallimento. Avviata la procedura per bancarotta, visto che l'azienda non ha sbloccato le risorse necessarie per avviare il progetto di rilancio.
L'Ufficio federale dell'aviazione civile aveva sospeso provvisoriamente la licenza di volo alla compagnia lo scorso 28 novembre, per ragioni economiche. Da allora, gli aerei sono rimasti fermi a terra.
Un provvedimento importante, quello delle autorità federali, diretta conseguenza della richiesta da parte di Adria Airways di chiedere una moratoria concordataria per l'aviolinea in difficoltà finanziarie.
Niente più decolli
Un caso difficile
Non si sono fatte attendere le reazioni dal mondo economico, politico e sindacale all'annuncio del fallimento. "C'è una grande amarezza per questa fine ingloriosa", ha detto ai microfoni delle CSI Emilio Bianchi. Il presidente del Consiglio di amministrazione di Lugano Airport ha poi sottolineato come con la fine di Darwin si perdano competenze tecniche e posti di lavoro. D'altra parte, "finalmente si è fatta chiarezza sulla situazione della compagnia, da qui si deve guardare avanti".
"La notizia del fallimento di Darwin Airlines lascia l’amaro in bocca", ha commentato a caldo Christian Vitta. Il direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia ticinese, avvicinato dalle CSI, ha poi ricordato: "Sono oltre 200 i posti di lavoro persi. Ora la nostra attenzione dovrà essere rivolta al ricollocamento di queste persone e all’evoluzione futura dell’aeroporto di Lugano".
Dello stesso tenore, seppur con sfumature differenti, la posizione di Claudio Zali, che non ha nascosto il suo stupore per quanto avvenuto: "Sono sorpreso di quanto poco tempo sia trascorso dalla cessione dall’azienda al suo fallimento, bisognerebbe fare un po’ di chiarezza". Il direttore del dipartimento del territorio ticinese, avvicinato dalle CSI, ha poi aggiunto: "Lo sguardo deve essere rivolto ora al futuro; credo che la nuova sfida dello scalo ticinese sarà quella di trovare nuove compagnie che facciano scalo a Lugano. Nel caso così non dovesse essere, bisognerà trovare altre soluzioni per questo aeroporto"
Lorenzo Jelmini, sindacalista OCST, che da tempo è impegnato in prima linea sulla questione, ha sottolineato: “Sapevamo che la situazione era particolarmente difficile. Sono mesi che stiamo lavorando per cercare di salvare il salvabile. Questa è una di quelle notizie che non avrei mai voluto sentire e neppure dare. Una notizia che mette in difficoltà 250 persone. Ora la nostra attenzione è rivolta a loro e al loro futuro lavorativo”.
CSI/Quot/bin/sulma
CSI delle 18.00 del 12 dicembre 2017; voci, suoni e reazioni sul fallimento di Darwin Airlines
RSI Info 12.12.2017, 19:13
Contenuto audio
Per saperne di più: