Si sente spesso parlare di energia verde, ma la corrente che esce dalla nostra presa di casa non ha un colore. L’elettricità non è un maglione con un’etichetta cucita sopra. Vero solo in parte.
Tutta la corrente prodotta in Europa finisce in rete per essere consumata subito. In questa rete confluiscono quindi assieme le “correnti” prodotte in vari modi, da diversi vettori, siano essi fossili o rinnovabili.
Per differenziare ciascuna fonte di energia vengono creati dei certificati che ne rispecchiano il valore, la sostenibilità, e che vengono cancellati una volta che questa energia viene consumata. Si tratta dunque di due mercati paralleli, quello dell’energia e quello dei suoi certificati, ed entrambi possono influire sulla nostra bolletta.
Dalla produzione alla fattura: energia e certificati finiscono su mercati paralleli
In Svizzera paghiamo in media circa 21 centesimi al kWh. Metà di questi sono dovuti ai costi di trasporto dell'energia, il 15% sono tasse e contributi e il 35% è il costo di produzione della corrente che consumiamo. È dunque poco più di un terzo della bolletta la parte soggetta alle oscillazioni del mercato e al costo dei certificati che attestano l'origine dell'energia.
Il certificato di origine idroelettrica è più caro di quello legato a carbone o nucleare, ciò soprattutto per la mancata applicazione a questi ultimi vettori del principio della verità dei costi, cioè chi li consuma non ne paga i danni sociali e ambientali.
Su questo punto il Ticino è ben più virtuoso del resto della Svizzera, dove solo un’economia domestica su 3 si rifornisce di energia sostenibile.