La procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ha chiesto la conferma del decreto d'accusa, che prevede una pena pecuniaria sospesa di 80 aliquote per complessivi 8'800 franchi a carico di Lisa Bosia Mirra, la granconsigliera ticinese a processo oggi (giovedì) in pretura penale a Bellinzona (il dibattimento si è svolto nell'aula del Tribunale penale federale) per aver aiutato 24 migranti ad attraversare illegalmente il confine fra l'Italia e la Svizzera.
La difesa, dal canto suo, ha insistito sulle motivazioni etiche e umanitarie della cliente, battendosi in via principale per il proscioglimento o perlomeno per un'importante riduzione della pena: se ci deve essere, che sia una multa simbolica di un franco. Le frontiere interne dello spazio di Schengen sono aperte, ha sostenuto inoltre, il reato di entrata illegale si configurerebbe soltanto per quelle esterne.
L'imputata in aula aveva detto che non poteva non fare niente di fronte alla sofferenza degli accampati in stazione a Como la scorsa estate, pur cosciente dei rischi e dell'illegalità del suo agire. "Azioni premeditate, contrarie al diritto", ha sostenuto invece il Ministero pubblico.
La sentenza verrà comunicata il giovedì della prossima settimana, sempre al Tribunale penale federale, che ha ospitato il dibattimento per motivi di spazio.
CSI/pon