Continua la "telenovela" della riduzione del contributo statale per la carta sconto carburante destinata a chi abita vicino alla frontiera elvetica e che Roma ha di recente diminuito di 5 milioni di euro (5,8 milioni di franchi).
Le polemiche derivanti dalla decisione, che hanno suscitato le ire di numerosi politici lombardi, hanno scoperchiato un vero vaso di Pandora, nel senso che i minori contributi statali hanno alimentato il sospetto che le compagnie petrolifere approfittino della carta sconto per alzare i prezzi dei distributori che l'accettano, ammortizzando così in parte lo sconto garantito al consumatore. Lo evidenzia martedì la Provincia di Como online.
Si è così scoperto che a Como fare il pieno costa più che nelle altre città lombarde, benzina o diesel che si cerchi. Regione Lombardia ha convocato i vertici dell’Unione petrolifera, la cui direttrice Marina Barbanti, ha detto che "sul prezzo incidono fattori come la tipologia dell’impianto, le modalità di approvvigionamento, la distanza dalle basi logistiche. La carta sconto non incide".
EnCa