Ticino e Grigioni

Edilizia, CCL in stallo

Conferenza stampa e assemblea degli impresari costruttori: trattative arenate sull’obbligo di chiusura anticipata per canicola o intemperie – Preoccupa anche il calo dei volumi di lavoro

  • 11 maggio 2023, 18:51
  • 26 giugno 2023, 11:17

La gestione della canicola mette in stallo il CCL dell'edilizia

SEIDISERA 11.05.2023, 18:29

  • Archivio TI-Press
Di: SEIDISERA-Kavakcioglu/dielle

Il calo dei volumi di lavoro nell’edilizia ticinese resta la prima preoccupazione del padronato: è quanto emerge dall’assemblea odierna della sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori (SSIC).

Prima dell’assemblea la stessa SSIC ha organizzato anche una conferenza stampa, che si è concentrata su un altro punto decisamente “caldo” nel settore: il rinnovo del contratto collettivo di lavoro (CCL), le cui trattative sono in un momento di stallo.

Il nuovo contratto nazionale mantello è entrato in vigore a gennaio dopo dure trattative e manifestazioni di piazza. Anche il contratto cantonale era in scadenza lo scorso dicembre, ma è stato prolungato fino alla fine di aprile per permettere i negoziati fra padronato e sindacati ticinesi.

Dopo molte riunioni e compromessi, le trattative si sono però arenate su un ultimo punto: introdurre nel CCL l'obbligo di chiusura dei cantieri a inizio pomeriggio in caso di canicola o intemperie. I sindacati chiedono che i lavori si fermino alle 14, il padronato vorrebbe le 15. Il sindacato OCST ha dato il suo accordo, mentre UNIA ha storto il naso e ha preso tempo fino alla fine di questo mese per sentire il parere dei lavoratori.

SSIC, a rischio il partenariato sociale

Il Quotidiano 11.05.2023, 19:00

Galli (SSIC): “O UNIA firma o tireremo dritto con il solo contratto nazionale”

A questo punto sorge spontanea la domanda: come si andrà avanti se UNIA per finire rifiuterà il punto sulla gestione della canicola e di conseguenza tutto quanto negoziato in precedenza? A rispondere alla RSI – dal punto di vista padronale – è Mauro Galli, presidente della Società impresari costruttori Ticino: “Credo che a quel punto non si potrà più andare avanti, perché questa ultima proposta era davvero l’ultima, non permetteva più altre negoziazioni. Credo quindi che adesso o UNIA accetta, e si firma il contratto cantonale, oppure – se dice di no – non potremo più sederci al tavolo delle trattative cantonali e il nostro riferimento sarà quindi solo e soltanto il contratto mantello nazionale”.

La reazione di UNIA

Il Quotidiano 11.05.2023, 19:00

Cadenazzi (UNIA): “Non vogliamo lo scontro, ma l’ultima parola spetta ai lavoratori”

UNIA ovviamente rimanda al mittente tutte le accuse di voler lo scontro frontale e Dario Cadenazzi, responsabile del settore edilizia, spiega la posizione del sindacato.

“Da parte padronale c’è stato un attacco che definirei ideologico, su tutti gli aspetti migliorativi del contratto cantonale…siamo riusciti a respingerne buona parte. Questi vengono venduti come concessioni da parte padronale, ma non è assolutamente vero: noi cerchiamo semplicemente di trovare un equilibrio tra quello che i lavoratori ‘lasceranno per strada’ e quello che invece potrebbero trovare di positivo”.

L’orario della discordia (le 14 o le 15) non è comunque tassativo, perché quindi non accettare le 15? “La storia ci insegna che sui cantieri si fa un po’ quello che si vuole e quello che si è programmato. È fondamentale quindi avere una linea che sia vincolante per tutti i cantieri”.

Cadenazzi allontana però l’ipotesi sciopero, temuta e ventilata nella conferenza stampa della SSIC: “Se avessimo voluto lo scontro avremmo interrotto le trattative e non ci saremmo trovati 12 volte, cercando di negoziare un contratto che per noi resta importante e che vogliamo assolutamente rinnovare. Detto questo non siamo però disposti a tutto, dobbiamo interpellare i lavoratori che sono quelli che hanno l’ultima parola: se il risultato dovesse essere negativo chiederemo di riaprire subito le trattative”.

Vedremo quindi a fine mese da che parte penderà questo braccio di ferro.

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