Ticino e Grigioni

Egli condannato a 20 anni

È stato riconosciuto colpevole di assassinio per aver ucciso la cognata Nadia Arcudi, la sera del 14 ottobre del 2016

  • 18 maggio 2018, 20:02
  • 23 novembre 2024, 01:29
Michele Egli alla sbarra

Michele Egli alla sbarra

  • RSI

Michele Egli è stato condannato venerdì davanti alla corte delle assise criminali a 20 anni di reclusione. L’imputato è stato ritenuto colpevole di assassinio perché tutti gli elementi previsti dall’art.112 del codice penale sono dati: movente, scopo e modalità del reato sono stati giudicati dalla corte come particolarmente perversi. Il suo è stato considerato un gesto del tutto ingiustificabile e futile, che mirava a mettere a tacere la vittima con cui stava discutendo. La detenzione a vita, come chiesto dall'accusa, non è stata data, perché non è stata accertata la premeditazione.

"La colpa è oggettivamente gravissima. Con il suo agire è andato a privare una persona del bene più prezioso che ha: la vita. L'ha attaccata da dietro, sfruttando la fiducia che la vittima riponeva in lui. Particolare assenza di scrupoli emerge anche dal fatto che dopo quanto successo ha continuato a ingannare le persone a lui vicine, facendo credere che Nadia fosse ancora viva”, ha affermato il giudice Amos Pagnamenta nella lettura della sentenza.

"Sconcertante, il fatto che in quel frangente Egli abbia trovato la freddezza di rubare dal portafoglio di Nadia dei soldi, che sia riuscito a consumare e mangiare un hamburger e, infine, a tornare dopocena a casa della vittima per chiudere una porta dimenticata aperta. È un maestro del travestimento, perché ha fatto credere a tutti di essere gentile e simpatico, quando in realtà ha sottratto soldi, ingannato la moglie e il resto della famiglia sui sentimenti che nutriva verso la vittima di cui era inequivocabilmente innamorato", ha aggiunto.

Reati minori

Il reato di propaganda di apparecchi d’ascolto di registrazione è stato confermato. Le microcamere collocate da Egli nel bagno di casa sua sono state posate in modo che non fossero trovate da altri e con lo scopo di riprendere immagini all’insaputa di chiunque vi entrasse.

Egli è invece stato assolto dal reato di truffa legato a una raccolta fondi per un filippino bisognoso di cure, perché non si è potuto appurare con certezza che abbia tenuto per sè il denaro raccolto. Lo stesso imputato ha sempre sostenuto di aver inviato i soldi ai destinatari finali. Assolto anche per i pochi soldi che aveva sottratto a Nadia dopo il delitto, perché il furto di lieve entità (sotto ai 300 franchi) è perseguibile solamente a querela di parte.

Confermata invece l’appropriazione indebita per i soldi sottratti alla SUPSI: circa 270'000 franchi sull’arco di 11 anni e non 13 come ipotizzato inizialmente dall’accusa.

CaL

Il delitto

Michele Egli uccise la cognata Nadia Arcudi la sera del 14 ottobre del 2016. Si recò a casa della donna a Stabio per consegnarle un buono per un concerto dei Coldplay. La discussione fra i due scivolò presto sulla sorte della villetta blu nel quale la donna viveva e che voleva acquistare rilevando le quote della madre e la sorella. Egli, si legge nell’atto d’accusa, ad un certo punto estrasse una bottiglia di vetro vuota che teneva nello zaino e colpì la donna in testa con forza, tanto che la bottiglia si frantumò. Poi, si levò la sciarpa e strangolò Nadia; le lego i polsi con delle fascette di plastica, nascose il corpo in due sacchi della spazzatura, lo caricò in auto e lo trasporto oltre confine. Arrivato a Rodero, lo gettò fra la boscaglia lungo la strada che porta al Gaggiolo. Raggiunse infine moglie, figlia e suocera che stavano cenando in un ristorante di Olgiate Comasco. La sera del delitto e il giorno seguente, inviò dei messaggi e delle email con il telefono e tramite l’account di posta elettronica della vittima per cercare di depistare le ricerche. Finì in manette da lì a pochi giorni e, messo alle strette, ammise di aver ucciso Nadia Arcudi dopo circa un mese.

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