Ticino e Grigioni

Geologo cantonale: monitoriamo le zone a rischio

Andrea Pedrazzini al Quotidiano: pronti a sbarrare certe zone se dovessero riprendere le precipitazioni - Troppo presto per parlare di ricostruzione, prima bisogna uscire dalla fase emergenziale

  • 3 ore fa
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L'analisi del geologo cantonale

Il Quotidiano 03.07.2024, 19:00

Di: Quotidiano/RSI Info

Forse arriverà la pioggia nel finesettimana, possiamo davvero stare tranquilli?

Ci sono diversi fronti aperti. Vorrei comunque rassicurare sia la popolazione in loco sia i soccorritori che tutte le segnalazioni che ci sono giunte sono state verificate sia dall’Ufficio forestale sia dall’Ufficio dei corsi d’acqua e dove si è potuto tecnicamente e materialmente abbiamo cercato di predisporre i primi interventi d’urgenza. Rimangono delle zone dove attualmente non si può operare e per queste è previsto la realizzazione di un piano d’emergenza che definirà in funzione delle precipitazioni delle aree che dovranno essere sbarrate.

Quindi voi state guardando anche le previsioni meteo?

Sì! Le previsioni meteo sono la base per questo piano di emergenza che dovrà definire le porzioni di territorio che devono essere limitate in termini di accesso e di presenza.

Lei prima parlava di segnalazioni ricevute; di cosa si tratta?

Franamenti, fessure attive e laghetti che si sono formati. Le abbiamo verificate e dove è possibile abbiamo predisposto dei monitoraggi e quindi vorrei rassicurare tutti: siamo informati e facciamo quello che possiamo.

Abbiamo visto le immagini: sono state colpite infrastrutture vitali per una regione, ma quando si potrà ricostruire?

Siamo ancora in fase di urgenza. L’obbiettivo principale sono le vie di comunicazione, l’acqua e l’elettricità. In una seconda fase passeremo poi alla ricostruzione e qui ci si occuperà di tutto il resto.

Come si fa a ricostruire un territorio? Da dove si comincia?

La ricostruzione del territorio tocca differenti aspetti. Ci saranno zone e edifici che dovranno essere ricostruiti con le giuste precauzioni. Altri edifici e altre infrastrutture che potranno essere ricostruite – anche queste con le dovute precauzioni – e ci saranno anche abitazioni che non potranno essere ricostruite nello stesso punto.

Quindi non ci si può aspettare che tutto torni come prima del nubifragio?

Si valuterà! È un colpo duro per la valle e si cercherà di fare il possibile. Adesso però siamo ancora nella fase d’urgenza, la ricostruzione avverrà in un secondo momento.

Per la ricostruzione si prenderà in considerazione quanto accaduto domenica?

La gestione dei pericoli naturali è basata su quello che è successo, su quello che succede e sulla stima di quello che potrà succedere. Quindi quello che è successo è il punto di partenza per poter ricostruire il territorio nel miglior modo possibile.

Dobbiamo immaginarci strade costruite diversamente? Bacini di contenimento ripensati?

In parte sì; in parte potranno essere spostati e adattati. L’aspetto dell’organizzazione del piano d’emergenza dovrà essere preso in considerazione anche in futuro.

C’è una tabella di marcia? Per ricostruire quanto ci vorrà?

Tra qualche settimana quando si passerà a una fase di ricostruzione si potranno trovare delle soluzioni ad hoc per ogni situazione.

Che ne sarà dei detriti? Verranno tutti spostati?

La gestione del materiale è un elemento molto importante per la ricostruzione. Nella fase d’urgenza il materiale viene gestito in loco. In una seconda fase il dipartimento del territorio ha istituito un gruppo di lavoro che dovrà definire dove depositare in maniera temporanea una parte del materiale che verrà poi utilizzato per la ricostruzione e in maniera definitiva in depositi.

  • Ufficio forestale
  • Ufficio dei corsi d’acqua

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