A metà dell'anno scolastico in corso, è possibile tracciare un primo bilancio, anche qualitativo, sulla scolarizzazione dei giovani ucraini che hanno trovato casa in Ticino. Sono 754 gli allievi ucraini tra i 3 e i 18 anni che frequentano le scuole ticinesi, praticamente tutti quelli che risultano residenti nel Cantone. Di loro, 127 sono alla Scuola dell'infanzia (17%), 284 alle Elementari (38%) e 227 alle Medie (30%). Il restante centinaio è invece iscritto a scuole del medio superiore, speciali o universitarie.
"Gli allievi hanno provenienza varia, da scuole private e pubbliche, con gradi di istruzione diversi", spiega Federico Rossi, direttore delle scuole medie di Riva San Vitale dove i ragazzi scappati dalla guerra sono 12 su un totale di 269 allievi. "Alcuni allievi sanno l'inglese, mentre altri no, quindi non sempre è facile comunicare. In generale però, quando si applicano e si mettono al lavoro, i risultati si vedono".
Berger: "Obbiettivi raggiunti"
"L'obbiettivo, da subito, come sempre in questi casi, è quello di accogliere e integrare nella scuola", spiega Emanuele Berger, direttore Divisione della scuola. "Obbiettivo che direi è stato raggiunto, seppur all'inizio sia stato difficile e un po' caotico, a causa anche di un numero di persone superiore rispetto ad altri cantoni". Tra gli obbiettivi raggiunti, c'é anche la pressoché totale scolarizzazione, compresi quei 200 giovani che a settembre mancavano all'appello. "Abbiamo capito che una buona parte era partita", prosegue Berger, "alcuni erano andati in altri cantoni, mentre quelli rimasti abbiamo fatto in modo di scolarizzarli. Il 99% di quelli presenti è scolarizzato".
Se la lingua rimane ancora in parte un ostacolo, il problema oggi è però anche la precarietà esistenziale che tocca chi ha dovuto lasciare il proprio paese, non per scelta ma per salvarsi la vita. "Quando la situazione è abbastanza stabile, ossia la famiglia riesce ad darsi degli obbiettivi, rimanere e integrarsi, allora anche i ragazzi vivono una situazione più tranquilla", aggiunge Rossi. "Quando invece la situazione non è come quella appena descritta, allora la fatica c'è, anche a vedere dei miglioramenti".
C'è poi un fenomeno che si riscontra in molte sedi: quello degli allievi ucraini che seguono anche una formazione a distanza con il paese d'origine. "La questione del riconoscimento dei diplomi è un problema nazionale che è in discussione e dovrà essere risolto", conclude Berger, "ma penso lo si potrà fare certamente. Si troveranno delle soluzioni sia per i licei che per le scuole medie ".