Anche se il flusso di profughi dall'Ucraina non si ferma, se ne parla meno perché i numeri sono calati e il sistema è ormai rodato. Ma ancora oggi, in Ticino, arrivano fino a 15 nuove persone in fuga dall'Ucraina alla settimana. Si tratta quasi sempre di donne con bambini.
In Ticino vivono 3'150 persone con statuto S. Un terzo sono appunto minorenni. Lavorano in 171: soprattutto in ristoranti, uffici e fabbriche. "È difficile dire se è poco o tanto", dichiara alla RSI Cristina Oberholzer Casartelli, che è responsabile dell'Ufficio ticinese sostegno sociale e inserimento. "Sono circa il 10% e secondo noi si tratta di un numero importante. Se consideriamo la tipologia delle persone presenti in Ticino".
Quanto all'aiuto sociale, il Cantone versa un contributo mensile a 1'111 famiglie. Fra chi vive in Ticino sono quindi parecchi coloro che non ricevono denaro dallo stato. Ne parliamo perché pochi giorni fa la conferenza la Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali ha emanato delle raccomandazioni: in sostanza dice che un profugo ucraino deve vendere i suoi beni se vuole ottenere gli aiuti (come le automobili salvo eccezioni). Una novità che non sembra per il momento destare particolare preoccupazione. "Abbiamo fatto una richiesta interna, sia gli sportelli, sia all’Help Line, e non sono arrivate richieste particolari al riguardo", afferma Oberholzer Casartelli.
In conclusione, sono passati 8 mesi da quando è stato presentato il piano ticinese di accoglienza. Ci sono stati anche momenti difficili; non sempre, non per tutti gli aiuti sociali sono sufficienti per vivere, qual è il suo personale bilancio? "Positivo per quanto riguarda l’importante numero di profughi che abbiamo accolto in un brevissimo lasso di tempo. È chiaro che ci sono state delle difficoltà iniziali, ma il bilancio, ripeto, è positivo. Certo gli aiuti che possiamo dare sono limitati, ma ciò è dettato dal quadro normativo".
Statuto S, il punto a otto mesi dall'inizio del conflitto
SEIDISERA 17.11.2022, 19:20