Trentasette tentativi nella sola giornata di martedì, 27 in quella precedente e sono forse solo la punta dell'iceberg, perché chissà quanti altri non vengono segnalati alla polizia cantonale: la truffa del falso nipote (o varianti analoghe) è sempre più diffusa in Ticino. Nel 2023 quelle consumate - andate a segno quindi - sono già 20, a fronte delle 22 dell'intero scorso anno e delle 13 in totale del quadriennio precedente.
Truffe del falso nipote: i dati del fenomeno in Ticino
SEIDISERA 19.07.2023, 18:45
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Solo una minoranza di chi riceve la chiamata, quindi, cade nel tranello, rimettendoci però migliaia di franchi. La vittima - nella maggior parte dei casi una donna anziana e sola - viene messa sotto pressione per convincerla a versare contanti o consegnare in tempi brevi altri valori. I truffatori che una volta proponevano affari immobiliari oggi si spacciano in genere per poliziotti o medici e fanno leva sui sentimenti, raccontando di gravi incidenti o malattie di un familiare. Come nella telefonata che potete ascoltare nel servizio qui sopra, un episodio reale fortunatamente sventato.
"Spesso la telefonata comincia dicendo proprio che un parente ha causato la morte di una persona. A questo punto arriva una pausa, aspettando che la vittima faccia lei un nome. Una volta che questo è conosciuto, costruiscono tutta la storia", spiega il commissario capo Arnaldo Alberio, responsabile della sezione reati contro il patrimonio della polizia cantonale ticinese.
Truffa del falso nipote: le spiegazioni del commissario Arnaldo Alberio
SEIDISERA 19.07.2023, 18:46
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Ma chi sono gli autori? "Clan familiari molto ampi, vere e proprie organizzazioni criminali strutturate in modo meticoloso", spiega Alberio. Ci sono tre ruoli tipici: il o - più spesso - la telefonista, "che continua a fare telefonate tutti i giorni e acquisisce esperienza nel sapere cosa chiedere, i capi che organizzano tutto a livello logistico e infine coloro che arrivano sul posto, sotto casa o davanti alla banca, a ritirare il denaro". Gruppi che operano dall'estero, ma con agganci sul territorio. Il fenomeno, spiega ancora Alberio, non tocca certo solo il Ticino, dove peraltro si sta diffondendo dai centri urbani più grandi anche ai comuni periferici. Lo schema viene riprodotto anche in altri cantoni svizzeri e un po' in tutta Europa. La polizia cantonale è in contatto in particolare con colleghi in Italia e Polonia, dove hanno sede alcune di queste organizzazioni.
E come viene contrastato questo fenomeno? Con la prevenzione innanzitutto, ma anche con il lavoro di indagine. Quest'anno sono otto le persone già arrestate, afferma Alberio.
Per proteggersi sono questi i consigli: attaccare subito e informare il 117 se un presunto agente chiede soldi o soprattutto gioielli, cosa che nessuna polizia farebbe mai alle nostre latitudini. Non bisogna fidarsi nemmeno del numero che appare sul display del telefono: con un programma informatico i truffatori sono in grado di far comparire quello che preferiscono. Inoltre, si consiglia di eliminare il proprio numero di telefono dalle fonti aperte.