Rispetto al riempimento dei bacini idroelettrici, il Canton Ticino segnava a metà settembre i livelli più bassi mai registrati negli ultimi 50 anni. A due mesi di distanza, malgrado le piogge delle scorse settimane, la situazione non è cambiata, toccando una percentuale di riempimento del 69%. Per lo stesso periodo, la percentuale media decennale conta generalmente un 90%. Andrea Baumer, responsabile sbarramenti delle Officine Idroelettriche di Blenio e Maggia, ha spiegato la situazione cantonale ai microfoni della RSI.
"Quest'anno abbiamo avuto uno dei valori più bassi in assoluto nella storia degli impianti". È questo l'amaro verdetto rivelato oggi da Baumer, descrivendo un anno durante il quale i "deflussi sono stati bassi" lungo tutto il periodo. Dati così bassi, mai visti in 50 anni, fanno tuttavia auspicare "un miglioramento" per il prossimo anno.
Per questo inverno invece, "bisognerà far bastare quel che si ha". Il responsabile tuttavia rassicura, alludendo all'aiuto garantito dal supporto d'oltralpe: "con un riempimento sufficiente da Nord delle Alpi, si dovrebbe tuttavia arrivare a coprire il fabbisogno energetico dell'inverno che arriva".
Tra i maggiori timori vi è quello che uno scenario del genere sia destinato a ripetersi in futuro. Andrea Baumer a questo riguardo contestualizza: "non è evidente pensare a lungo termine e prevedere cosa succederà", tuttavia si può registrare un cambiamento a livello di precipitazioni. "Assistiamo a momenti brevi molto più intensi, poi seguiti da periodi molto più lunghi di siccità".
La diga del Sambuco, in Val Lavizzara
Tra le conseguenze di questo atteggiamento meteorologico, potrebbe esserci quella di avere meno acqua a disposizione. "Concentrandosi le precipitazioni in periodi più ristretti, ma con un quantitativo totale d'acqua uguale" spiega il responsabile, il rischio è quello che diventerà "più difficile captare questi afflussi."
Secondo Andrea Baumer quindi si sta andando incontro a un periodo di passaggio: si passa lentamente da una "situazione dove ci sarà meno fabbisogno invernale - perché avremo inverni più miti - ma più fabbisogno estivo - perché dovremo raffreddare i nostri locali -". Tuttavia, non tutto il male vien per nuocere: periodi prolungati di siccità equivalgono a più sole, quindi "sviluppare il fotovoltaico proprio per l'estate" si profila come un'alternativa particolarmente sensata. Così facendo si potrà poi orientare "l'idroelettrico per l'inverno".
A questo riguardo l'intenzione è quella di potenziare la capienza dei bacini, per poter contenere quantitativi d'acqua più grandi. L'innalzamento della diga del Sambuco ne è un esempio. "Lo scopo è quello appunto di avere una riserva accresciuta di energia da utilizzare quando c’è il fabbisogno" spiega Baumer riferendosi al progetto. In futuro infatti sarà necessario "spostare quello che è arrivato in estate o in autunno all'inverno". Infrastrutture più grandi permetteranno quindi una maggiore capacità che a sua volta permetterà più flessibilità e facilità negli spostamenti.
SEIDISERA 18.00 - 04.11.22 - Lo studio presentato dall'Ufficio Federale dell'energia commentato con Gianluca Olgiati
RSI Info 04.11.2022, 18:41
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SEIDISERA 18.00 - 04.11.22 - Maria Jannuzzi intervista Michael Frank, direttore dell'Associazione delle aziende elettriche svizzere
RSI Info 04.11.2022, 18:41
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