La questione dei rimborsi spese versati ai suoi membri e al cancelliere, al centro di nuovi accertamenti della procura dopo un primo decreto d'abbandono, è stata affrontata dal Consiglio di Stato ticinese nel corso della sua seduta di mercoledì.
Il Governo, in un comunicato, “ribadisce la propria volontà di fare chiarezza in tempi brevi sulle procedure ereditate dal passato in accordo con il Gran Consiglio” e assicura che “sta facendo tutti i passi necessari (…) affinché simili situazioni non abbiano a ripetersi in futuro”. Ciò per assicurare a Parlamento e cittadini “la necessaria trasparenza su questioni che hanno un impatto diretto sulla fiducia nelle istituzioni e la loro reputazione”.
Nella nota l’Esecutivo rileva che “la legalità dei rimborsi è garantita”, da un lato, dall’art. 7 della Legge sugli onorari e sulle previdenze e, dall’altro, dall’approvazione del forfait di 15'000 franchi e dell’elenco spese da parte dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio avvenuta nel 2011. Inoltre tutti i consiglieri di Stato in carica “pagano regolarmente il parcheggio presso la sede governativa” dall’inizio del loro mandato.
Tutte le altre questioni saranno invece “chiarite con le competenti istanze del Gran Consiglio”.
Diem/RG 12.30