La campagna elettorale luganese tocca temi di stretta attualità, ma è il Polo sportivo a far discutere maggiormente.
Un progetto milionario sul tavolo da oltre un decennio sul quale ultimamente sono sorti molti dubbi, tanto che il Movimento per il socialismo ha annunciato un referendum: si tratta di “un progetto sproporzionato” secondo il candidato MPS Oliviero Farinelli e la parola va lasciata quindi alla popolazione. Un referendum che nemmeno la Lega dei ticinesi vede di mal occhio: “È importante che i cittadini si possano esprimere su un progetto così grande” ha dichiarato Sabrina Aldi.
Qualche dubbio invece da parte liberal-radicale: per Giovanna Viscardi, candidata PLR, “è difficile immaginare di votare su un messaggio così omnicomprensivo. (…) Chi vorrebbe dire di no [a tutti gli aspetti] del polo sportivo?”. Dubbi anche dalla candidata del PPD Nadia Ghisolfi: “Questo progetto è pronto. Se si vanno a modificare delle cose rimarrebbe di nuovo fermo per altri 10 anni.”
A preoccupare sono anche i costi: un progetto faraonico incomprensibile, secondo Tamara Merlo (movimento Più donne) per una città che “pochi anni fa aveva chiuso i bagni pubblici e sospeso i corsi di nuoto per i bambini” per cercare di contenere le spese. Anche per Edoardo Cappelletti (candidato PS) “bisogna portare avanti il progetto accrescendo però il contributo da parte dei comuni limitrofi e del Cantone”.
Un’altra preoccupazione, infine, è il mix pubblico/privato. Giovanni Albertini (movimento Ticino e lavoro): “Bisogna trovare il giusto equilibrio: la Città non deve perdere e il privato non deve guadagnare”. La presenza dei privati rappresenta una criticità anche per Ivana Zeier (Sinistra alternativa): “La città di Lugano si troverà a dover pagare una rata leasing” a questi enti.
Il Quotidiano/mrj