"Considerando che si parlava del taglio di 10'000 posti di lavoro in tutta la Svizzera, sapere che saranno solo 3'000 e che la maggior parte riguarda la regione di Zurigo, per noi è certamente un sollievo". Sono le parole di Alberto Petruzzella, presidente dell'Associazione bancaria ticinese, che ai microfoni della RSI ha commentato i dettagli rivelati giovedì sull'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS.
Certo, i tagli saranno meno del previsto. E toccheranno poco il Ticino. "Ma questo non significa che il problema non esista - ha aggiunto - evidentemente una qualche riduzione del personale ci sarà anche da noi, dobbiamo prepararci ad affrontarla nel migliore dei modi".
Il fattore tempo
Il processo durerà alcuni anni, come ha ricordato Petruzzella. E la messa in atto dipenderà anche dalle decisioni che saranno prese dai collaboratori, che potrebbero per esempio andarsene volontariamente. Come pure da quelle dei clienti. "I conti li potremo fare alla fine".
Fatto sta che chi resterà senza lavoro dovrà trovarne un altro, anche in Ticino. Quali sono dunque le prospettive nel panorama bancario ticinese? "Certamente il territorio è più piccolo, ma anche il problema sarà più piccolo" ha affermato Petruzzella, sottolineando che si potrà contare sul fattore tempo: "Fino al termine dell'operazione ci vorranno un paio d'anni. Un paio d'anni che permetteranno di prepararsi e di intervenire anche con delle formazioni".
Si parla quindi di riqualifica professionale, che anche in Ticino consentirà di trovare un nuovo posto. "Come Associazione bancaria ci siamo resi conto che sta arrivando il periodo di pensionamento dei baby boomer, quindi a medio termine nella piazza bancaria verranno a mancare dei profili. Questa è per tutti un'occasione per capire dove ci saranno delle necessità" ha concluso.
UBS-CS le prospettive per gli impiegati
Telegiornale 31.08.2023, 20:00