Un sommergibile che si inabissa provocando due vittime nel Lago Verbano. Accadde quasi 60 anni fa. Una vicenda che torna alla memoria proprio dopo che, giovedì sera, la Guardia Costiera statunitense ha confermato il ritrovamento del piccolo sommergibile Titan, imploso nei pressi del più famoso relitto, il Titanic. Cinque le persone morte.
L'avvenimento tenne con il fiato sospeso tutto il Ticino. "Squalo tigre", così si chiamava il sommergibile progettato e costruito a Düsseldorf, in Germania. Quel giorno alla foce del fiume Verzasca era a disposizione di giornalisti e operatori. Ma alla quarta immersione il piccolo sommergibile a 2 posti non riemerse, inghiottito dalle acque del Lago Maggiore. Era il 16 gennaio del 1965.
Scattarono le ricerche, ma dello "squalo tigre" nessuna traccia. Le rive del Verbano si riempirono di persone, incredule, nell'attesa di una disperata emersione.
"Non si riusciva a trovare questo "squalo tigre", malgrado mesi e mesi di intense ricerche". Sono i vividi ricordi di Luciano Giudici, già procuratore pubblico, a prendere vita in questa intervista di quasi dieci anni fa. "Nascevano anche delle ipotesi fantasiose, come che il pilota - un tedesco - fosse una spia e che con il sommergibile avesse superato il confine: l'esigenza di ritrovarlo era diventata veramente urgente".
Dopo mesi infruttuosi, rimasero in pochi a scandagliare i fondali, grazie all'aiuto di un Comitato costituito ad hoc. Il relitto fu trovato nel mese di luglio, a una trentina di metri di profondità. Si stabilì che la bombola dell'ossigeno non fu manipolata in modo corretto. Il pilota, probabilmente, commise più di un errore.