Ticino e Grigioni

L'Italia, il Ticino e i nuovi limiti

Il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi sull’atteso decreto italiano: “Probabili limitazioni anche sui movimenti dalla Svizzera verso l’Italia”

  • 2 novembre 2020, 19:17
  • 22 novembre, 18:14
02:46

CSI 18.00 del 02.11.2020 - L'intervista di Giorgia Roggiani

RSI Info 02.11.2020, 19:14

  • ©Ti-Press/Pool
Di: CSI-Roggiani/dielle 

Viaggi e turismo della spesa in Italia saranno probabilmente di nuovo sospesi - a breve - a causa del coronavirus. E questo per effetto delle previste decisioni del Governo italiano, che sta ancora trattando con le regioni e tutti gli attori coinvolti e il nuovo decreto è in fase di approvazione.

Oggi il premier italiano Giuseppe Conte, davanti al parlamento, ha comunque delineato lo scenario che si vuole applicare da mercoledì: ci saranno delimitazioni valide per tutto il territorio nazionale, la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, lo stop a mostre e musei e un probabile coprifuoco. Soprattutto però le regioni verranno classificate in base al rischio; per chi è messo peggio in termini epidemiologici verranno definite restrizioni ancora più severe, ma soprattutto vigerà il divieto di spostamento da e per quella regione. Una decisione che avrà un impatto sugli spostamenti dalla Svizzera italiana visto che pur non essendo ancora stata ufficializzata la lista delle zone rosse, sembra abbastanza scontato che le due regioni di confine - Lombardia e Piemonte - saranno tra quelle off limits.

Gobbi: “I frontalieri non dovrebbero avere problemi”

Se quindi non siamo di fronte a una chiusura vera e propria delle frontiere come tra marzo e giugno, di fatto poco cambia per gli svizzeri italiani, come conferma ai microfoni della RSI il presidente del governo ticinese Norman Gobbi: ”Dovremo attendere i reali contenuti del decreto presidenziale del Consiglio dei ministri per capire quali influssi ci saranno sulla mobilità transfrontaliera. È vero che se l’Italia verrà divisa in tre in base al rischio basso o medio, evidentemente sappiamo che la Lombardia – con l’attuale epicentro di Milano – rischierà di essere toccata dalle misure più severe e ci saranno quindi forti limitazioni anche sui movimenti dalla Svizzera verso l’Italia. Quello che sappiamo è che già nel primo decreto della scorsa primavera i lavoratori avevano potuto continuare a muoversi, mentre i contatti famigliari si erano interrotti proprio per le difficoltà a oltrepassare la frontiera.”

Per quanto riguarda il transito dei frontalieri le prospettive sembrano quindi simili alla scorsa primavera: “Questo dipenderà dalle loro valutazioni, però quello che è già certo è che la Confederazione ha già previsto delle eccezioni per le zone di frontiera, non solo il Ticino.”

Così come nella prima ondata niente più viaggi, né turismo degli acquisti oltre frontiera. A destare però maggiore preoccupazione è il delicato tema dell'annullamento dei contatti famigliari, con i legami affettivi di nuovo spezzati: “Questa è la variante peggiore che potrebbe presentarsi, proprio perché abbiamo visto i grossi problemi e le incomprensioni creati in primavera. Nel caso dovremo impegnarci a gestire queste situazioni, rispettivamente ci sarà anche un impatto sul fronte del turismo del commercio in entrambe le direzioni” conclude Gobbi.

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