Il 2018 è stato anche l'anno dell'introduzione, dal primo di luglio, dell'obbligo di annunciare i posti vacanti agli Uffici regionali di collocamento per quei settori hanno un tasso di disoccupazione uguale e superiore all'8%. "L'introduzione della nuova procedura è avvenuta in modo positivo", afferma ai microfoni della RSI il consigliere di Stato direttore del DFE Christian Vitta che ricorda come in Ticino già nel 2016 era stata lanciata la campagna per incoraggiare le aziende a far capo a mano d'opera locale.
A fine dicembre i posti vacanti soggetti all'obbligo di annuncio rappresentavano il 53,3% del totale registrato dagli URC. Tra le professioni toccate dall'obbligo vi erano diverse attività poco qualificate nel settore dell'edilizia.
Se il tasso medio di disoccupazione è del 3%, il limite dell'8% oltre il quale scatta la misura è già segno di crisi in un settore. "In effetti - aggiunge il direttore del DFE - quella dell'8% è una percentuale alta e per altro il Ticino in fase di consultazione aveva già segnalato la fattispecie". L'abbassamento al 5% entrerà in vigore dal 2020, al termine del periodo transitorio previsto dalla Confederazione per consentire ai datori di lavoro e ai cantoni di conformarsi alle nuove regole.
Altro settore con diverse professioni con la disoccupazione oltre l'8% è quello agricolo dove vi sono però diverse perplessità quanto alla suddivisione degli impieghi nelle varie categorie. Tra i lavori del primario che sottostanno all'obbligo figurano, per esempio, il collaboratore agricolo generale, il domestico agricolo e il mungitore. E' però difficile capire in concreto quali professioni rientrino nell'obbligo visto che la differenziazione è minima.
RG 18.30 del 08.01.19: Boris Zürcher al microfono di Johnny Canonica
RSI Info 08.01.2019, 19:38
Contenuto audio
La valutazione positiva a livello regionale trova riscontro anche a livello nazionale. Sebbene sia trascorso troppo poco tempo per fare un bilancio esaustivo, la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) è soddisfatta di quanto messo in atto in questi primi sei mesi, come confermato ai microfoni della RSI da Boris Zürcher, capo della Direzione del lavoro.