"Penso che il Consiglio federale oggi ha preso delle ottime decisioni, magari si può discutere sulla tempistica, visto che gli esperti avevano consigliato di farlo prima". È questo il commento di Christian Garzoni alle misure annunciate venerdì dal Berna, che prevedono la chiusura di bar e ristoranti da martedì fino al 22 gennaio. "Abbiamo visto da studi internazionali che bar e ristoranti sono un problema per la trasmissione del virus", ha ricordato il direttore sanitario della Moncucco, specialista di malattie infettive.
Come giudica il via libera all'uso dei test rapidi anche sugli asintomatici?
Il test rapido è qualcosa di molto utile. L'altro, quello PCR, va fatto su chi ha sintomi per capire se è veramente ammalato o no. Il test rapido va bene nelle persone asintomatiche per capire se loro malgrado sono diffusori di virus. I test di massa come quelli messi in campo di recente dal canton Grigioni sono un'ottima opzione, anche se la logistica è complessa.
Come vede l'apertura delle stazioni sciistiche?
Se ne è fatto un gran parlare, io penso che il problema è tutto quello che sta attorno, i bar, i ristoranti e il fatto di ritrovarsi. Quest'anno è tutto chiuso quindi dovremo guardare ad altro che non siano gli impianti di risalita.
Qual è la situazione negli ospedali ticinesi al momento?
La situazione resta critica, abbiamo ancora un po' di riserve, però è come essere con l'acqua alla gola. Grossi aumenti non potranno essere sopportati. Abbiamo più di 40 persone sono in cure intense e purtroppo quasi sempre più di 10 decessi al giorno. Una terza ondata sulla seconda non sarà sopportabile, questo dobbiamo dirlo chiaramente. Le riserve sono estremamente limitate e dobbiamo giocarcele bene.
Cosa ne pensa dell'invito a restare a casa?
Il Consiglio federale ha dato un messaggio chiaro, non ha dato un obbligo ma una raccomandazione. Ed è quello che raccomandavamo durante la prima ondata, cioè evitate i contatti inutili e se proprio volete incontrare qualcuno usate la mascherina. Evitate i pranzi e gli aperitivi. Questo è un Natale diverso, prendiamo quello che c'è di positivo, riscopriamo il piccolo nucleo familiare, scappiamo dalla frenesia degli acquisti, non dimentichiamoci delle persone sole che lo saranno ancora di più. Io ho un messaggio di speranza: arriverà questo vaccino, questo Natale sarà così, il prossimo probabilmente sarà un Natale normale.