“Questa cosa di non andare a scuola mi è capitata due volte. Non riuscivo a stare bene in classe per i giudizi degli altri. Non riuscivo neanche più a ritornare a scuola per continuare le lezioni, a recuperare le cose. Quindi ho smesso del tutto!”
È la testimonianza rilasciata a Falò da Sonia, una ragazza di quindici anni che ha interrotto due volte la terza media. Oggi è ospite dell’Istituto residenziale della Fondazione Torriani di Mendrisio, che si occupa anche della presa in carico educativa di minorenni in gravi difficoltà. Inizialmente, per Sonia si era reso necessario un ricovero in ospedale. Dopo aver interrotto la terza media e perso un anno, la ragazza ha riprovato a frequentare le lezioni, ma i malesseri si sono ripresentati.
“Questa cosa di non andare a scuola mi è capitata quest’anno. All’inizio ci andavo quasi sempre, ma poi non riuscivo ad accettare il fatto che fossi peggiorata con i voti, quindi cercavo di non andare a scuola per non subire il peso del fallimento. “
Giovani e ansia generalizzata
Tra i giovani si stanno diffondendo l’ansia generalizzata e l’ansia da prestazione. Una condizione che ha vissuto anche Mattia, che ha recuperato, lo scorso giugno, la licenza di Scuola Media, grazie ai corsi per privatisti organizzati da Pro Juventute. Lui aveva abbandonato il quarto anno di scuola media ed è rimasto a casa per oltre un anno e mezzo.
“Io arrivavo davanti alla scuola, mi fermavo, la guardavo e dicevo: No, non ce la faccio! Non me la sento e tornavo indietro e me ne andavo (…) Quello che mi spingeva a non andare a scuola era, diciamo, l’ansia che avevo di comunque andare male a scuola, di non fare il mio meglio. E poi, ovvio, c’erano momenti che anche mi annoiavo.
”Molti genitori non sanno che fare. La madre di Mattia, Eleonora, racconta di avere provato tutte le strade per cercare di convincere suo figlio a frequentare le lezioni, a non gettare la spugna, ma poi si è arresa: “Alla fine, io giustificavo in tutto e per tutto Mattia, perché vedevo che non stava bene. Quando arrivava la telefonata della docente di classe io rispondevo: Lei cosa può fare quando io lo mando a scuola in questo stato? Lei mi rispondeva: “Eh, ma magari coi compagni, con le cose giuste… Ma è una cosa che è già stata provata tante volte- rispondevo io. Dopo cosa succedeva? Io lo mandavo lei dopo tre ore mi chiamava per dirmi: lo venga a prendere perché non sta bene!”
L’assenteismo alla Scuola Media in cifre
In Ticino si è aggravato negli ultimi anni il fenomeno dell’assenteismo degli allievi e delle allieve nelle scuole medie. Va precisato che si tratta di una tendenza che riguarda tutta la Svizzera e diversi paesi europei. Nell’anno scolastico 2023/2024 in Ticino su circa 11’937 iscritti alle scuole medie, 385 hanno segnato assenze per almeno 200 ore di lezioni all’anno.
Prima della pandemia (anno 2018/2019) i casi di assenze gravi erano 67. In pochi anni è stato dunque un aumento di 318 casi su numero quasi uguale di iscritti.
Ben 95 giovani lo scorso anno scolastico non si sono presentati alle lezioni per almeno quattrocento ore all’anno. Prima della Pandemia i casi erano undici.
I direttori del Luganese scrivono a tre dipartimenti
Nel Luganese i direttori di scuola media sono particolarmente toccati e hanno espresso la loro preoccupazione. A fine aprile proprio il gruppo regionale del Luganese dei direttori di scuola media ha scritto al DECS, al DSS e al Dipartimento delle Istituzioni. Viene espressa preoccupazione per la situazione di grave disagio tra gli allievi e per l’assenza di soluzioni di appoggio educativo e di una concreta presa a carico.
“L’assenteismo sempre di più aumenta – dichiara Patrick Gobbi, presidente del Gruppo regionale direttori Scuola Media Luganese - È un fenomeno che ci preoccupa decisamente tanto. Proprio per questo abbiamo preso anche delle posizioni come gruppo dei direttori. Dobbiamo cercare in qualche modo di aiutare questi ragazzi che sono assenti. Bisogna trovare un modo per farli stare a proprio agio, per farli tornare a scuola. Perché stare a casa non è una soluzione (…) C’è qualcosa che non quadra a livello di società e sia i genitori probabilmente sia la scuola deve assolutamente dare una mano per ritornare sulla buona strada (…) Mancano delle strutture, secondo me, che potrebbero aiutare i giovani che sono particolarmente in difficoltà. Non sempre al giorno d’oggi attraverso i vari enti e istituzioni che lavorano a favore dei giovani, si riescono a trovare delle soluzioni adeguate”.
L’Aiuto del sostegno pedagogico
La scuola cerca di aiutare gli adolescenti in difficoltà toccati dal ritiro sociale. Per favorire l’integrazione di tutti gli allievi e le allieve della scuola media, ogni istituto dispone del servizio di sostegno pedagogico. Si cerca di trovare le soluzioni per supportare quelle ragazze e quei ragazzi che non ce la fanno più a frequentare le lezioni.
“Le situazioni di assenteismo non sono mai uguali, ogni situazione ha il suo percorso che ha portato il ragazzo o la ragazza a ritirarsi. Il che significa che anche le soluzioni o le proposte o le piste di soluzione che la scuola può esplorare sono sempre diverse”. È quanto ci spiega Barbara Bonetti, capogruppo sostegno pedagogico della Scuola Media ticinese, che aggiunge: “In alcuni casi si decide che si tolgono delle ore al mattino, perché la difficoltà emotiva dell’allievo o dell’allieva porta a non dormire la notte e i ragazzi non riescono ad arrivare: quindi in quel caso sono tutte le ore del mattino. In altre situazioni vengono tolte alcune materie dove il ragazzo o la ragazza hanno più difficoltà, perché magari sono più complicate …E quindi c’è l’ansia da prestazione e si decide che per un periodo in quelle materie non si va, oppure per un periodo in quelle materie non si fanno le verifiche. Dipende davvero dove si sente che si sta offrendo un aiuto solido su cui il ragazzo o la ragazza possono compiere il primo passo. Penso, inoltre, che un nodo fondamentale sia capire dove invece è necessario proporre una pausa, perché in quel momento per il ragazzo o la ragazza è necessario uno spazio diverso, più terapeutico, che poi gli permetta di tornare a scuola”.
La necessita di un gruppo di lavoro
Pro Juventute quest’anno ha accompagnato 35 dei 46 ragazzi che hanno sostenuto gli esami da privatisti per ottenere la licenza di Scuola Media. Tutti hanno superato le prove orali e scritte. Sta di fatto che l’assenteismo, con il conseguente abbandono della Scuola Media, preoccupa molto.
“L’assenteismo scolastico è un problema molto molto preoccupante, perché mette questi ragazzi a rischio di esclusione sociale, perché riuscire ad ottenere una licenza di quarta media, è solo un primo passo verso una progettazione formativo professionale del ragazzo”, dichiara a Falò Giacomo Petruccelli, coordinatore dei corsi di recupero della licenza di scuola media di Pro Juventute.
I corsi di Pro Juventute, rivolti ai ragazzi che abbiano già compiuto sedici anni, si svolgono quattro sere alla settimana, da gennaio a giugno. Pro Juventute sta pensando di anticipare i tempi, considerata la tendenza in atto. A questo proposito, Petruccelli aggiunge: “Stiamo lavorando per prevenire il più possibile. Da quest’anno i ragazzi verranno chiamati già a settembre. L’obiettivo è quello di iniziare a conoscerli e di svolgere delle attività educative con loro, prima ancora di cominciare i corsi veri e propri di recupero della licenza. Questo è dovuto alla lettura che stiamo dando a una situazione che per noi è allarmante. Tutti quelli che si occupano di inserimento professionale, come nel nostro caso di recupero licenza di quarta media o, comunque, di tematiche riguardanti il passaggio scuola- lavoro, dovrebbero mettersi attorno a un tavolo e riflettere. Dobbiamo cercare di capire cosa fare per poter far fronte a questa questo problema che effettivamente è preoccupante.”
L’intervista all’esperto
L’intervista a Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica. Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca e presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano.
L’intervista a Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta
RSI Info 02.09.2024, 13:47