Esce domani (lunedì) nelle sale della Svizzera Italiana l’atteso film Oppenheimer, dedicato alla figura dell’inventore della bomba atomica. Costato 100 milioni di dollari, ne ha già guadagnati oltre 600 nel primo mese di programmazione internazionale.
"Un donnaiolo, un sospetto comunista, instabile, teatrale, egocentrico e nevrotico". Così il generale Leslie Groves, responsabile militare di quello che diventerà il Progetto Manhattan, spiega a Robert Oppenheimer perché il suo nome non è stato fatto tra quanti questa grande operazione scientifica e militare potevano guidarla. Ma sarà proprio Groves a sceglierlo per l'incarico.
E' uno dei tanti momenti memorabili delle quasi 3 ore di Oppenheimer, il film di Christopher Nolan, che arriva lunedì nelle sale della Svizzera Italiana, con un mese esatto di ritardo rispetto all'uscita negli altri Paesi (Giappone, per ovvi motivi, ancora escluso) nei quali ha già raccolto finora oltre 650 milioni di dollari. La metà rispetto a Barbie, con il quale ha diviso la data di uscita.
Il film, che si avvale delle straordinarie interpretazioni di Cillian Murphy (nel ruolo di Robert Oppenheimer), e di Robert Downey Jr. (in quelle del suo spietato antagonista Lewis Strauss, ex capo della Commissione per l'Energia Atomica) si dipana, attraverso continui salti temporali, tra due grand-jury del Governo Statunitense negli anni '50, allestiti per decidere se revocare ad Oppenheimer il nulla osta di sicurezza, sulla base di false accuse di essere una spia comunista, e il periodo che intercorre tra la istituzione del Progetto Manhattan e l'esplosione di Trinity, il test che ha preceduto di pochi giorni l'utilizzo bellico su Hiroshima e Nagasaki dei primi due ordigni atomici.
In questo lasso di tempo, di Oppenheimer conosciamo la storia, personale e professionale; il suo impegno per realizzare nel deserto di Los Alamos, New Mexico, il più avanzato laboratorio fisico del tempo, dove progettare e realizzare quello che è diventato l'inizio di un nuovo mondo, politicamente e militarmente. E tutti i suoi dubbi. Un eroe tragico, carismatico ma apparentemente freddo nelle relazioni: Oppenheimer è un uomo pieno di paure (sarà la fine del mondo? controlleremo la reazione a catena?) e allo stesso tempo consapevole del clima di dubbio che lo ha sempre accompagnato per le sue idee politiche. Ma è anche un uomo segnato dalla consapevolezza di aver contribuito alla morte di migliaia di persone, di essere diventato "il distruttore di mondi".