Franco Longo, a processo poiché accusato di essere l’uomo di fiducia in Ticino della 'ndrina calabrese basata nel Milanese, è stato interrogato lunedì dal giudice Giuseppe Muschietti. Alla sbarra il 63enne ha ammesso le sue colpe ribadendo le sue accuse al suo coimputato: un fiduciario ticinese domiciliato a Zugo, ex municipale a Chiasso. Sarebbe stato lui, sostiene, ad aver svolto tutte le pratiche, dato consigli su come spostare i soldi prima a Dubai, poi alle Bahamas e poi ancora in Ticino. Sarebbe stato inoltre lui ad aver compilato, con dati falsi, il formulario per il permesso di soggiorno all'uomo legato alla 'ndrangheta.
Longo era finito in carcere nel 2014 dopo un’operazione antimafia oltreconfine. I fatti dei quali deve rispondere si riferiscono ad un periodo tra il 2012 e il momento dell’arresto (vedi correlati).
Il 63enne ha raccontato di essere giunto in Ticino per tentare di avviare un’attività immobiliare. Ha raccontato come ha conosciuto l’ex municipale di Chiasso, il quale svolgeva l’attività di fiduciario, e di come, tramite un ex socio, sia entrato in contatto con uno dei fratelli Martino legati alla cosca.
Ed è così che la famiglia lo coinvolse nei suoi affari facendolo diventare il proprio referente di fiducia in Svizzera. Facendo capo alle prestazioni dell’ex municipale ha ritrovato un vecchio conto bancario intestato alla moglie di uno dei fratelli con depositati oltre un milione e mezzo di franchi, provento di traffico di stupefacenti, ed ha aiutato a riscattare due polizze assicurative. Soldi che sono stati poi investiti per l’acquisto di un palazzo in via Motta a Chiasso.
CSI/Bleff