Sono stati quattordici (17 nel 2016) gli arresti effettuati lo scorso anno grazie all’attività d’indagine della Sezione reati economico finanziari. Lo ha comunicato martedì in una nota la polizia cantonale ticinese, specificando che sono state oggetto di valutazione tutte le principali attività del settore economico terziario e del settore secondario, in particolare quello dell’edilizia.
Le inchieste ancora aperte sono 267; alcune con connotazione transfrontaliera. I reati maggiormente denunciati si confermano la falsità in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita, l’amministrazione infedele e il riciclaggio di denaro.
La polizia sottolinea nella nota come da alcuni anni le banche denuncino raramente illeciti penali commessi sia da collaboratori interni sia da persone esterne, probabilmente a causa del danno d’immagine e della lunghezza del procedimento penale.
Molte di queste indagini riguardano intermediari finanziari, quasi sempre sprovvisti di un’autorizzazione ad esercitare l’attività e quindi non affiliati a un organo di autodisciplina.
AnP