Nella prima ondata della pandemia, in Ticino sono state ricoverate in ospedale 933 persone a causa del Covid-19. Nella seconda ondata, invece, i pazienti sono stati 1’753: un numero destinato ad aumentare. A spiegarlo durante una conferenza stampa a Bellinzona è Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica e coordinatore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS). “Le ospedalizzazioni giornaliere sono circa 30 al giorno ormai da due mesi. Ci sono anche delle dimissioni, ma non seguono lo stesso ritmo”, osserva, ricordando che la pressione sugli ospedali resta alta. La caratteristica di questa seconda ondata, infatti, è proprio la “stagnazione” dei casi. Le persone ricoverate in questo momento sono 376, un numero vicino al picco del 23 novembre (382) e a quello della primavera (405). Anche per quanto riguarda le cure intense, i numeri di questa seconda ondata hanno superato la prima, con un aumento del 40%.
“Siamo ancora in un equilibrio estremamente fragile quindi non abbassare la guardia”, ha dichiarato Bianchi, riferendosi all’imminente avvio della campagna di vaccinazione. I posti letto non sono saturi, ma per aumentare le capacità, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive “è stato fatto uno sforzo enorme”, ha ricordato Paolo Merlani, direttore medico del Servizio di medicina intensiva dell’EOC e Direttore sanitario dell’Ospedale regionale di Lugano. “Eravamo certi che la seconda ondata sarebbe arrivata quindi non siamo rimasti con le mani in mano, abbiamo dovuto rimontare tutto il dispositivo. Abbiamo formato 30 infermieri di medicina intensiva”, ha aggiunto.
Preoccupa il numero di ricoveri
Il Quotidiano 29.12.2020, 20:00