Ticino e Grigioni

Speleosub: “È stata dura, era come soccorrere un fratello”

Hubert Zistler ha diretto le ricerche dell’uomo che ha perso la vita in una grotta alla sorgente del fiume Brenno, in Valle di Blenio

  • 11 novembre, 19:35
  • 12 novembre, 05:47
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Speleologo scomparso in Val di Blenio: le difficoltà del recupero

Il Quotidiano 11.11.2024, 19:00

  • Archivio RSI
Di: Quotidiano/Seidisera/FCi 

Entrare da una fessura così è difficile, solo pochi riescono a farlo e uno di loro era proprio il 56enne lucernese che ha perso la vita nella grotta del Pertusio, alla sorgente del fiume Brenno, in Valle di Blenio. L’uomo era esperto del luogo e aveva già mappato la zona in altre occasioni.

L’apertura per entrare nella grotta è piccolissima, quasi come una bucalettere: “Le bombole vengono messe sotto le ascelle e per riuscire a passare ci si ritrova col viso nella ghiaia e la nuca che tocca la roccia superiore”, spiega ai microfoni della RSI Hubert Zistler, che ha diretto le operazioni di soccorso e recupero.

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L'entrata della grotta

  • Archivio RSI

Giorni difficili a livello emotivo e tecnico

Operazioni che sono state difficili sia dal punto di vista tecnico sia da quello emotivo: “Penso che su venti, in 18 lo conoscevamo personalmente. Come capo intervento è importante non mandare al fronte qualcuno che non riesce a gestire la situazione a livello emotivo. Alla fine la nostra comunità è una piccola famiglia ed è come soccorrere un fratello”, ha raccontato Zistler.

Il 56enne era rimasto bloccato nella grotta sabato 2 novembre e i soccorritori sono riusciti a recuperarlo una settimana dopo. “Nella prima missione sono arrivati due gruppi di subacquei con un elicottero, nella speranza che potesse essere ancora vivo. Nel secondo intervento (quello per il recupero del corpo), c’erano dieci sub che in gruppi da due facevano tre immersioni al giorno”. Il motivo per il quale la vittima non sia riuscita a uscire dalla grotta non è ancora chiaro.

Il fascino dei luoghi più inesplorati

Le spedizioni dei sub speleologi possono essere molto pericolose, ma si cerca comunque di “mantenere il massimo della sicurezza, che purtroppo non è sempre sufficiente”, dice Zistler. Ma allora cosa spinge a correre questi rischi? Alla base c’è “la curiosità umana. Le grotte sono le ultime zone ancora non conosciute su questa terra. Noi a volte entriamo in posti dove sono state meno persone che sulla luna”.

Le esplorazioni comprendono anche la mappatura dei luoghi: “I rilievi vengono pubblicati e rimangono scritti. Ci sarà chi tra cent’anni tirerà fuori un mio rilievo e dirà: con le attrezzature primitive dell’epoca sono riusciti ad andare fino a questo punto!”

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Morte nella grotta in Val di Blenio: a colloquio con il coordinatore dei soccorsi

SEIDISERA 11.11.2024, 18:17

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