Il presunto omicida di Gordola tornerà alla Rotonda a due mesi esatti dal dramma. Il 22 giugno si terrà infatti la ricostruzione sul posto di quanto avvenuto quel sabato mattina, all’entrata della discoteca.
Il giovane di Biasca dovrà mostrare agli inquirenti ogni passo compiuto prima, durante e dopo le fasi cruciali.
Lo stesso esercizio toccherà poi all’agente di sicurezza che lo stava accompagnando all’uscita. Le due versioni divergono. Il 21enne sostiene di non avere nemmeno sfiorato Fabrizio. Secondo il buttafuori gli avrebbe invece sferrato (da dietro) un gancio destro alla testa, facendolo cadere contro il cancello.
Nessuna patologia
Intanto proseguono gli accertamenti medico-legali per stabilire le cause del decesso. Il 44enne del Mendrisiotto – come noto – è stato stroncato da un’emorragia cerebrale. Non si sa però cosa l’abbia provocata, e la risposta richiederà almeno altre due o tre settimane.
Una certezza comunque c’è già – hanno comunicato venerdì gli esperti, Antonio Osculati e Luisa Andrello. La vittima non soffriva di patologie che potrebbero avere influito sulla sua morte. A escludere questa ipotesi, rimbalzata su alcuni media nelle scorse settimane, è stata l’analisi della cartella medica, a cui sono seguite ulteriori verifiche direttamente con il medico curante.
Francesco Lepori