Ticino e Grigioni

Ticinesi senza un tetto

La testimonianza di una 25enne ticinese che si è ritrovata in strada: "Può capitare a chiunque" - Fra Martino Dotta: "L'emergenza c'è, da tempo" - Le risposte della politica

  • 9 dicembre 2021, 06:52
  • 23 giugno 2023, 15:01
10:12

Ticinesi senza un tetto: è emergenza

Il Quotidiano 08.12.2021, 20:00

Di: Patrizia Peter / Joe Pieracci 

I senza tetto sono un'emergenza sociale anche in Ticino. E la pandemia non ha fatto altro che peggiorare una situazione già delicata. Lo dicono i numeri. Lo confermano gli operatori che, giorno dopo giorno, lottano sul terreno, cercando di arginare questa piaga sociale. Nascosta, perché in Ticino nessuno vive per strada. Ma reale. Terribilmente reale.

I dati di queste settimane indicano che sono 50 le persone che sono senza una casa e che hanno chiesto aiuto. Per l'80% sono ticinesi o residenti. In un anno invece in Ticino mediamente quelli che chiedono aiuto sono circa 120. E tra questi sono sempre di più i giovani.

In media le persone restano nei centri di accoglienza 45 giorni. La durata massima del soggiorno è di circa 3 mesi. Ed in ogni caso l'obiettivo finale è quello di rendere tutti indipendenti e re-inserirti nella società.

Casa Martini a Locarno

Casa Martini a Locarno

  • Ti Press

Ma siamo in tempi di coronavirus. E la pandemia ha colpito duro, ancora più duro tra i più poveri. Le cifre oggi sono preoccupanti. E la situazione è critica anche perché i letti a disposizione nei due centri ticinesi di prima accoglienza - ovvero Casa Astra a Mendrisio e Casa Martini a Locarno - sono solo 43. Pochi. Troppo pochi.

Inoltre la soluzione di far alloggiare i senza fissa dimora nelle camere d'albergo - dunque senza sorveglianza e senza il sostegno ed i consigli dedicati per iniziare a muoversi nella complicata burocrazia degli aiuti sociali - non convince gli stessi operatori sociali.

Di positivo, c'è che il Cantone si è attivato, sia per riconoscere il problema che per finanziare una rete di sostegno. Recentemente per esempio è stato stanziato un contributo di 900'000 franchi. Ed è anche grazie a questi fondi che attualmente in Ticino sono in costruzione altri due centri di accoglienza: Casa Marta a Bellinzona ed il Centro Bethlehem a Lugano. Due strutture che dovrebbero aprire i battenti nel 2023.

Casa Astra a Mendrisio

Casa Astra a Mendrisio

  • TiPress

"Abbiamo osservato che le esperienze di Casa Astra e Casa Martini sono utili, importanti e significative", spiega il direttore del Dipartimento sanità e socialità
Raffaele De Rosa. "E dunque andava dato un segnale in questo senso, anche politicamente. E andava rafforzato il contributo di sostegno per chi mette a disposizione degli alloggi di tipo collettivo a quelle persone che si trovano nel bisogno in una fase di crisi acuta, magari anche solo temporanea, così da permettergli di uscire dalla difficoltà".

"La situazione di queste persone è drammatica: non hanno un posto dove andare a dormire. Perché cercano questo: un letto caldo, dei pasti, potersi fare la doccia", afferma Renato Minoli di Casa Marta.

"L'emergenza c'è, da tempo - conferma il direttore della Fondazione Francesco, Fra Martino Dotta, che sta portando avanti il progetto del Centro Bethlehem alla Masseria di Lugano - e forse ora siamo anche pronti a riconoscerla, sia come società che come classe politica". "Non credo che ci voglia un morto in piazza - conclude - per capire che qualcuno sta male".

"E' importante parlare di questo problema. E non bisogna avere paura a chiedere aiuto. Perché può capitare a chiunque di trovarsi in questa situazione. Può capitare anche te!", ci dice Emilia, una giovane ticinese di 25 anni, che improvvisamente si è ritrovata a terra e senza un soldo, senza sapere come rialzarsi. "E quando mi chiedono 'cosa fai?', 'di cosa ti occupi' - conclude - io rispondo che 'sto rimettendo in piedi la mia vita".

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