Le misure d'accompagnamento sono da mantenere. Le reazioni dei partner sociali in Ticino non si distanziano da quanto detto mercoledì dal Consiglio federale. Il ticinese Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento degli Affari Esteri, aveva tuttavia specificato che avrebbe avviato una consultazione con cantoni e partner sociali per capire se sia possibile avvicinarsi alle richieste dell'Unione Europea.
Il presidente dell'associazione Industrie ticinesi e consigliere nazionale PPD, Fabio Regazzi, si è espresso sull'interpretazione dell'apparente contraddizione tra le linee rosse invalicabili e la prevista consultazione estiva: "Credo che l'obiettivo comune di politica, economia e partner sociali sia quello di tutelare il mercato del lavoro svizzero, soprattutto considerando che il Ticino è un cantone di frontiera. Bisognerà ora capire come raggiungere questo obiettivo".
Consultazione che non allarma nemmeno il segretario cantonale dell'OCST Renato Ricciardi: "Si discuterà concretamente delle misure di accompagnamento... non le allentiamo, se qualcuno ha delle esigenze le affronteremo, però riteniamo che occorra sottolineare la necessità di una vigilanza sul mercato del lavoro". Vigilanza su cui non transige nemmeno il sindacato UNIA, che non solo vorrebbe mantenere le misure, ma vorrebbe addirittura rafforzarle.
E che le misure e la vigilanza siano da tenere alte ne è convinto anche Luca Albertoni della Camera di Commercio: "Sono un pilastro importante però non è proibito fare delle riflessioni, anche in vista della futura introduzione del salario minimo".
Il Consiglio di Stato, come ha riferito giovedì La Regione, ha espresso in una lettera al Consiglio federale la propria preoccupazione sull'ipotesi di un indebolimento delle misure d'accompagnamento.
CSI/CaL