Ticino e Grigioni

Ticino e plastiche: a che punto siamo?

L'obbligo alla raccolta differenziata deciso dal Consiglio di Stato è all'origine di attriti con i comuni, che contestano tempistiche e modalità

  • 1 dicembre 2022, 05:37
  • 20 novembre, 14:20
L'obbligo per i comuni disposto dal cantone scatterà dal prossimo 1° giugno

L'obbligo per i comuni disposto dal cantone scatterà dal prossimo 1° giugno

  • rts
Di: SEIDISERA/QUOT/ARi 

In Ticino il dossier del riciclaggio della plastica è ormai al centro di un confronto aperto fra cantone e comuni. Tre settimane fa il Consiglio di Stato ha disposto, accogliendo le proposte del Dipartimento del territorio (DT), la raccolta obbligatoria e separata delle due tipologie di plastica maggiormente riciclabili e principalmente ad uso domestico: il polipropilene (PP) e il polietilene (PE). La raccolta differenziata sarà quindi d'obbligo a partire dal prossimo giugno e ad organizzarla dovranno essere i singoli comuni.

La soluzione scelta dal Governo fa seguito ad anni di dibattiti, riflessioni sull'impatto ambientale, pressioni dall'opinione pubblica e anche dal mondo politico affinché si facesse qualcosa per lo smaltimento della plastica. Sono stati quindi localmente sviluppati progetti pilota incentrati sul sistema del Sammelsack, ossia del sacco in cui riporre tutte le plastiche. Tale sistema presenta dei vantaggi, ma anche aspetti negativi proprio a carico dell'ambiente. Va infatti considerato che certe plastiche percorrono centinaia di chilometri prima di arrivare nei centri di trattamento. Le emissioni prodotte dal trasporto finiscono quindi per compromettere i benefici del riciclaggio. Il DT ha quindi optato per l'obbligo ai comuni di organizzarsi individualmente. E ciò impone a ogni comune la necessità di individuare un'impresa privata alla quale affidare il ritiro e la gestione delle due plastiche in questione, analogamente a come già si procede per la carta, il vetro, i metalli e altri materiali.

Ma a cosa è dovuto il clima di contrarietà da parte dei comuni? La RSI ha contattato vari loro esponenti e, alla luce delle loro considerazioni, si può concludere che l'avversione non verte tanto sui contenuti, quanto sulla tempistica e sulle modalità. "Si sapeva che il Dipartimento stava studiando delle cose. Però così, dall'oggi al domani, sentirsi dire 'fra pochi mesi entrate e cominciate a fare la separazione', evidentemente ci pone parecchie difficoltà", osserva in proposito Andrea Pellegrinelli, sindaco di Capriasca e vicepresidente dell'Associazione dei comuni ticinesi.

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Plastica e riciclaggio: screzi tra Cantone e Comuni

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In buona sostanza applicare la decisione del cantone entro la metà del 2023 non è ritenuto praticabile, anche perché occorre allestire dei bandi di concorso e introdurre revisioni del regolamento comunale in materia di rifiuti. D'altra parte, però, il DT sottolinea che non ci saranno certo i gendarmi a controllare un'applicazione rigorosa delle nuove misure. "Questo termine del 1° giugno non è un termine assolutamente perentorio, nel senso che non saremo in giro a multare i comuni che ancora non si dotano del servizio", afferma il direttore del DT Claudio Zali, facendo un parallelo con quanto avvenne per l'introduzione della tassa sul sacco. "Ci furono comuni che ritardarono anche di parecchi mesi e non successe nulla", rileva il consigliere di Stato. Da parte del cantone, essenzialmente, si è inteso stringere i tempi, in modo da arrivare ad un'accettabile gestione delle plastiche entro la fine del prossimo anno.

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Fin qui, il quadro della situazione che concerne gli attori della cosa pubblica. Ma il mercato dei privati è pronto a raccogliere la sfida? Qui gli attori non sono molti. Il cantone, tuttavia, punta ad assicurare una massa critica di plastica proprio per stimolare l'attività imprenditoriale. In Ticino è da anni attiva sul territorio la ditta Fratelli Puricelli, che ha sede a Riva San Vitale e dispone di una cinquantina di dipendenti. Per un'impresa come questa il nuovo obbligo a carico dei comuni fa chiaramente prevedere una mole di lavoro che aumenterà, e anche sensibilmente. "Per fortuna non cadiamo dal pero. Ad oggi svolgiamo già la raccolta in circa 80 comuni e frazioni. Quindi riusciamo a gestire un po' più di un terzo della plastica nel canton Ticino", afferma Aron Puricelli. Il ritmo di lavoro quindi aumenterà ma "con un impianto di selezione di ultima generazione già esistente, abbiamo un po' più di vantaggio".

Cosa dovrà allora essere affinato? "Attualmente tutto il materiale viene da noi raccolto, separato", per poi essere dato in conto vendita e riacquistato sotto forma di altri prodotti. Il tassello che la ditta si prefigge di completare nell'arco del 2023 è quindi "proprio quello di andare a spostare il trattamento delle plastiche direttamente sul cantone, come anche poi la rivendita ad aziende ticinesi", risponde Puricelli, sottolineando che "sarebbe un po' il chilometro zero della plastica, direttamente in un circolo chiuso che è il cantone".

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