Con la seconda tappa della cosiddetta "fase due" ticinese e la riapertura di diverse attività, ma anche con l'aumento del numero di persone che possono lavorare sui cantieri e nell'industria, il numero di passaggi per lavoro è aumentato del 28% rispetto alla settimana scorsa per raggiungere quota 27'000 frontalieri che hanno attraversato i valichi aperti. Un po' tutte le associazioni di categoria oggi (lunedì) hanno ricevuto delle segnalazioni da parte dei loro membri, con alcuni dipendenti che hanno impiegato anche tre ore per raggiungere il Ticino. La Società degli impresari e costruttori (SSIC) ha preso carta e penna e ha scritto a Bellinzona perché si faccia portavoce con Berna.
“Ho ritenuto corretto segnalare questa situazione all’amministrazione cantonale – dice il direttore della SSIC Nicola Bagnovini ai microfoni della RSI –, proprio perché con l’apertura ulteriore che c’è stata, avremmo bisogno anche di qualche apertura in più dei valichi secondari, proprio per differenziare un po’ le colonne. E soprattutto, in vista di settimana prossima, quando cadranno anche i limiti nell’edilizia, sarebbe importante entrare in un nuovo regime anche per quanto riguarda i transiti alle dogane”.
CSI 18.00 del 27.04.2020 - L'esempio della ditta orologiera Farone
RSI Info 27.04.2020, 19:59
Contenuto audio
Per l'Amministrazione federale delle dogane, però, la situazione è sotto controllo: “Il traffico, malgrado certi rallentamenti, è stato piuttosto fluido – spiega la portavoce Donatella Delvecchio. È vero però che in certi punti, come a Chiasso Strada e Stabio Brusata, ci sono stati dei rallentamenti maggiori. La formazione di colonne segnalata può essere spiegata anche da fattori esterni: le persone che devono uscire dall’Italia devono presentare alcuni documenti e forse in questo ambito ci sono stati dei rallentamenti già da parte italiana.”
La decisione sulla riapertura delle frontiere spetta al Consiglio federale che ne discuterà - secondo quando ha riferito il Dipartimento di giustizia e polizia - mercoledì. L'Amministrazione federale delle dogane però può decidere - in base alla situazione sul campo - di aprire nuovi valichi. La settimana scorsa, ad esempio, per accompagnare una prima fase di riapertura ha scelto Brusata. Ma, sempre per Donatella Del Vecchio, al momento non è possibile: “Ricordo che la problematica che deve affrontare l’Amministrazione federale delle dogane è quella di dover applicare controlli sistematici in dogana, e per questo abbiamo canalizzato il traffico nei punti dove si concentra maggiormente il traffico transfrontaliero, perché dobbiamo lavorare con l’effettivo di personale che abbiamo a disposizione. Per ora in Ticino non sono quindi previste nuove aperture”.
Quasi 6'600 passaggi in più in dogana
Il Quotidiano 27.04.2020, 21:00