I titolari di una società di Chiasso attiva nel settore turistico sono finiti sotto inchiesta per avere ottenuto e usato illecitamente, nel mese di aprile, dei crediti Covid-19. Approfittando della scarsità di controlli preventivi, voluta per permettere alle piccole e medie imprese di fronteggiare l’emergenza economica, hanno ricevuto dalla banca oltre 40'000 franchi.
Una somma a cui non avrebbero avuto diritto, perché sulla loro società era già pendente una procedura di fallimento. Sempre secondo l’Ordinanza emessa in marzo dal Consiglio federale, l’importo erogato deve inoltre servire a compensare la temporanea mancanza di liquidità. Non certo a fini personali, come sembra invece essere successo nella circostanza.
I due italiani (formalmente residenti nel Mendrisiotto) hanno infatti prelevato o bonificato sui propri conti i soldi concessi, che gli inquirenti sono riusciti a recuperare solo in parte. Pochi giorni dopo la società è fallita, e loro si sono resi irreperibili. Il sostituto procuratore generale Andrea Maria Balerna ipotizza ora i reati di truffa, falsità in documenti, riciclaggio di denaro e violazione dell’Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19.
Chiedono il credito Covid e scappano
Il Quotidiano 07.06.2020, 21:00