Ticino e Grigioni

"Truffa del vino", quattro condanne

Pene fino a 3 anni parzialmente sospesi al processo di Lugano, ridimensionate le richieste dell'accusa - Il vino ancora buono non sarà distrutto

  • 23 giugno 2023, 10:31
  • 3 agosto 2023, 07:15

RG 12.30 del 23.06.2023 Il servizio di Francesca Calcagno

RSI Ticino e Grigioni 23.06.2023, 14:23

  • tipress
Di: Francesca Calcagno/pon

Tutti sapevano, tutti ne hanno approfittato. La Corte delle assise criminali di Lugano ha condannato quattro dei cinque imputati della cosiddetta "truffa del vino". Le pene sono tuttavia state ridimensionate rispetto alle richieste della pubblica accusa. La pena più severa è stata decisa per la "mente" del raggiro, un 68enne che è stato condannato a 3 anni (di cui 6 mesi da espiare). Per gli altri tre le pene vanno dai 16 mesi a 2 anni e mezzo di detenzione sospesi o sospesi parzialmente. Nessuno comunque andrà in prigione. Il più giovane degli imputati è invece stato assolto perché il suo ruolo nella vicenda non è stato determinante al punto da configurare un reato.

Il presidente della Corte il giudice Amos Pagnamenta ha passato in rassegna i fatti per dimostrare come, seppur in momenti diversi, tutti gli imputati fossero consapevoli di star vendendo (o contribuendo a vendere) vino contraffatto e questo nonostante tre imputati ancora in aula abbiano negato. "Il castello di menzogne messo in atto dagli imputati era sofisticato", ha detto Pagnamenta, sia per come sono state preparate le bottiglie, sia perché alla testa delle società con cui gli imputati smerciavano i vini c’era una persona nota nell’ambiente.

La Corte doveva decidere anche la sorte delle circa 30'000 bottiglie di vino contraffatto sotto sequestro. Rivenderle o smaltirle? Ebbene la Corte ha deciso che il vino ancora buona verrà imbottigliato in nuove bottiglie "neutre" e verrà venduto all’asta. In modo che non vengano smaltite decine di migliaia di litri di vino comunque buono. "Buono ma banale" lo aveva definito il titolare di una delle cantine italiane "originali".

La vicenda

L'accusa aveva chiesto condanne comprese fra un anno sospeso e quattro anni di detenzione. Il processo ai cinque imputati, di età compresa fra i 29 e i 68 anni, tre cittadini svizzeri e due italiani tutti residenti in Ticino, era iniziato martedì. Due erano assenti giustificati per motivi di salute.

Secondo l'atto di accusa sono decine di migliaia le bottiglie contraffatte che - con ruoli diversi nell'operazione - gli imputati avevano smerciato in Svizzera (anche oltre San Gottardo) attraverso due società da loro create. Niente di imbevibile, ma nemmeno il prodotto pregiato per il quale veniva spacciato ad alcune decine di clienti, fra i quali figura anche una nota catena di distribuzione. Gli imputati avrebbero così incassato un milione e mezzo di franchi in un paio di anni, prima che la vicenda venisse alla luce a partire dal 2018. L'inchiesta ticinese è parallela a un'altra italiana. Il veniva imbottigliato da enologi piemontesi prima di essere spacciato con etichette e capsule fasulle.

Non era vino pregiato, ma una truffa

Il Quotidiano 20.06.2023, 19:00

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