Lunedì prossimo, con l'inizio in Ticino del nuovo anno scolastico, la campanella suonerà anche per diversi ragazzi ucraini che con le loro famiglie hanno trovato rifugio nel cantone: si tratta di almeno 630 scolari, anche se potrebbero essere fino a 200 in più, viste le sollecitazioni già rivolte per coloro che lo scorso giugno ancora non erano stati iscritti.
La maggior parte di questi ragazzi frequenterà le scuole dell'infanzia e le elementari. Ma come si quantificano gli oneri per i comuni, ai quali fanno capo gli istituti? La città di Lugano prevede un impegno finanziario nell'ordine di 180'000 franchi per l'assunzione di 3 docenti d'appoggio. Si tratta di insegnanti il cui inserimento è d'obbligo se si supera un certo numero di scolari per classe. I costi sono ripartiti fra cantone e comune. A Lugano saranno quindi scolarizzati 89 ragazzi: più nel dettaglio 24 nella scuola dell'infanzia e 65 alle elementari, spiega Fabio Valsangiacomo, direttore generale dell'Istituto scolastico di Lugano, sottolineando che si tratta di "accogliere dei bambini che di fatto hanno delle storie di vita, una situazione alle spalle particolare" e rilevando che ciò rientra nell'accoglienza "che una scuola deve avere nei confronti di qualsiasi bambino".
A Bellinzona è invece previsto l'arrivo nelle aule di una cinquantina di bimbi ucraini. C'è però ancora incertezza sia sul numero effettivo dei ragazzi, che sulla loro ripartizione. Un'incertezza che preoccupa, mentre si stima la necessità di avere fra i 2 e i 4 docenti d'appoggio. Attualmente, segnala il capo dicastero educazione Renato Bison, ci sono delle classi che sono ormai al limite di quella soglia oltre la quale il cantone stabilisce l'inserimento di docenti d'appoggio: bastano quindi 1-2 allievi ucraini in più e questa imposizione "chiaramente scatta", osserva il municipale, sottolineando che al cantone si richiede "un aiuto maggiore; che ci vengano incontro sussidiando maggiormente i docenti d'appoggio".
E a Locarno? Qui su 19 alunni alloglotti sono 10 quelli provenienti dall'Ucraina. Si stima quindi un consistente aumento degli oneri, dato che saranno necessari 3 docenti d'appoggio in più e più ore per i docenti di lingua e integrazione. Giuseppe Cotti lamenta intanto una insufficiente attenzione da parte dell'autorità cantonale per "quelli che sono i singoli ordinamenti scolastici". Dei 10 ragazzi ucraini, segnala il capo dicastero educazione della città, la maggior parte andrà sui banchi delle quinte elementari. Ciò implica un forte aumento della consistenza di queste classi. Per alcune "siamo sui 25 allievi e qui ne risente la qualità dell'insegnamento"; segnatamente per coloro che "provengono da altri Paesi e che hanno bisogno di un'attenzione particolare", sostiene Cotti.
A Mendrisio si registrano 15 scolari ucraini, che sono stati ripartiti in modo da non avere costi aggiuntivi, afferma il municipale Samuel Maffi. A Chiasso infine, dove gli allievi di origine ucraina sono 18, non ci sarà bisogno di docenti d'appoggio grazie alla politica sociale disposta dal comune. "Abbiamo assunto in proprio i docenti di lingua e integrazione", spiega il direttore dell'Istituto scolastico Carlo Formenti, aggiungendo che questa soluzione è volta a "poter mettere a disposizione più ore e più tempo per gli allievi stranieri, rispetto a quello che concede il cantone in base ai regolamenti".