Uno dei settori che per il momento, e quasi certamente fino alla fine, non si ferma è quello agricolo. A confermare l’importanza di un settore primario funzionante e presente in un momento di crisi è lo stesso presidente dell’Unione contadini Omar Pedrini, ai microfoni di Modem: “Oggi riusciamo a essere un po’ più alla ribalta e la gente forse capisce l’importanza della produzione locale, visto che l’approvvigionamento di determinate derrate alimentari dall’estero è al momento garantito perché i mercati continuano a funzionare, però possono esserci problemi di fornitura e ritardi, quindi i primi prodotti che abbiamo a disposizione sono i nostri.”
Anche Mattia Cattori, orticoltore sul Piano di Magadino con il fratello Davide, conferma il momento particolare: “Le richieste sono praticamente triplicate rispetto a una stagione normale. Noi non ci fermiamo, dobbiamo garantire l’approvvigionamento cantonale e nazionale, quindi non possiamo permetterci di chiudere l’azienda…se molliamo adesso vorrebbe dire che nei mesi a venire verrebbero a mancare le derrate alimentari per la popolazione”.
L’allarme: “Se non arriva la manodopera estera rischiamo di non raccogliere”
Se da una parte la richiesta di prodotti aumenta, dall’altra cresce anche la preoccupazione sulla manodopera: “Noi al momento abbiamo una quindicina di persone alle dipendenze – prosegue Mattia Cattori -, ma entro poche settimane dovremmo arrivare a circa 40, ma le squadre di stagionali non possono accedere al nostro territorio. Abbiamo i campi pieni di insalata, come le serre di pomodori e melanzane, ma, una volta che giungeranno a maturazione la nostra paura è di non riuscire a raccogliere tutto e quindi non riuscire ad approvvigionare la popolazione”.
Un problema confermato anche dal presidente UCT, che ha voluto però pure lanciare un appello: “I prodotti al momento ci sono, non è necessario finirli già alla mattina con la corsa ai negozi, non abbiamo al momento una carenza di derrate alimentari”.