Le vaccinazioni anti-coronavirus sono iniziate lunedî anche in Ticino e nei Grigioni, ma ci sono ancora alcune domande aperte che riguardano in particolare le donne in gravidanza e le persone con reazione allergiche o immunodepresse. Categorie di persone, tra le altre, per le quali la vaccinazione rappresenta ancora un'incognita in termini di efficacia e sicurezza. In attesa di dati completi, la RSI ha intervistato gli esperti, chiedendo informazioni anche riguardo le persone che hanno già contratto il virus.
Gli anticorpi sviluppati a seguito del Covid19 rendono una vaccinazione superflua nei primi 3 mesi. E' quindi bene attendere, a maggior ragione ora che c'è scarsità di vaccini, spiega il professor Alessandro Ceschi, primario e direttore Istituto scienze farmacologiche EOC.
Ma è utile che una persona per decidere se farsi vaccinare sappia se ha contratto il virus ? "Non è un'informazione essenziale, a parte quello che abbiamo appena detto, cioè eventualmente per posticipare la vaccinazione 3 mesi dopo la malattia. Non c'è indicazione di fare un test sierorologico, perché non c'è nessun rischio aumentato di una vaccinazione dopo una malattia Covid", spiega Alessandro Ceschi.
Posticipare è importante anche in caso di sintomi, perché è noto che la febbre è nemica dei vaccini in generale. Ciò che ancora non si conosce è l'effetto su alcune categorie di persone, fra le quali le donne incinte.
"I dati comunque sono in fase di generazione, ci sono studi previsti su questa fascia di popolazione e tutti i casi che avvengono spontaneamente di gravidanza in persone, che hanno partecipato a studi clinici, vengono seguiti in modo particolarmente attento. Si ha qualche dato preliminare rassicurante, non sembra esserci nessun rischio particolare nelle donne incinte, ma nella fase attuale i dati sono ancora troppo scarsi per permettere una vaccinazione senza precauzioni".
La raccomandazione è dunque un'attenta valutazione con uno specialista. Valutazione necessaria anche per persone con reazioni allergiche.
"Va detto che le gravi reazioni anafilattiche, di cui abbiamo sentito attraverso i media di tutto il mondo, sono molto rare. Attualmente l'unica vera controindicazione è una storia di ipersensibiità al vaccino o ai suoi compontenti. Una precauzione particolare deve essere applicata nei confronti delle persone che hanno una storia di reazioni allergiche ad altri vaccini o a medicamenti somministrati per via endovenosa o intramuscolare.
Quello che si sa, però, è che allergie, ad esempio al lattice o alle uova, non sono problematiche, perché questi vaccini non ne contengono. Ci sono poi le persone immunodepresse, che potrebbero beneficiare del vaccino, ma persistono incognite. "Purtroppo non si sa bene quanto ne possano beneficiare, nel senso che quanto l'efficacia effettiva in questa popolazione sarà, non è ancora noto. È possibile che l'efficacia sia un po` più bassa rispetto a una persona completamente sana".
In attesa di dati completi, dunque, è raccomandata la consulenza con uno specialista.