Alle Assise criminali di Lugano si è aperto mercoledì mattina un processo a carico di un 40enne ticinese accusato di una lunga serie di reati di natura violenta, nonché di incendio intenzionale e infrazione alla legge sugli stupefacenti.
Quindici capi di imputazione e un atto d'accusa aggiuntivo recente. I fatti di cui il quarantenne deve rispondere costellano un periodo di quasi dieci anni. Sullo sfondo problemi di dipendenza da droghe, con anche dei collocamenti in clinica psichiatrica. L'atto d'accusa stilato dal procuratore pubblico Pablo Fah elenca svariati episodi di minaccia, ingiurie, danneggiamenti. Ad esempio nei confronti del padrone di casa che voleva disdire il contratto d'affitto e a cui l'uomo ha detto "Ti faccio fuori". Si parla persino di un morso e un vaso tirato in testa a un altro uomo durante una lite.
L'imputato, per il quale una perizia psichiatrica ha ravvisato un alto rischio di recidiva, ha riconosciuto praticamente tutte le accuse. Non però l'incendio intenzionale per una vettura bruciata nel parcheggio della stazione a Maroggia, nel 2013. Ma per l'accusa le prove raccolte, tra cui un accendino con il suo DNA, raccontano altro.
"Una situazione ciclica" negli anni, con scompensi e reati da parte dell'imputato: così l'ha riassunta il procuratore pubblico che, poco fa, ha preannunciato una pena detentiva di 34 mesi, di cui la metà da espiare e il resto sospeso oltre a 60 aliquote giornaliere. Dopo l'arringa difensiva la sentenza della Corte dovrebbe giungere in giornata.